Nella mattanza in corso in Medioriente mi permetto ricordare due aspetti.
Fate tornare indietro le lancette dell’orologio al 6 ottobre. Non c’era in corso nessuna particolare tensione, in Israele era giorno di festa, al confine con Gaza era in corso un Rave Party con centinaia di giovani, il confine era tranquillo e poco presidiato.
C’è stato un attacco improvviso, organizzato, premeditato, violento, con la cattura di centinaia di ostaggi e l’uccisione a freddo di centinaia di persone innocenti, bambini compresi. Un attacco di sorpresa, micidiale, brutale, e – dopo l’attacco – centinaia di miliziani di Hamas sono rientrati a Gaza insieme agli ostaggi.
Israele avrà mille colpe pregresse, ma nulla giustificava quello specifico attacco se non la fredda volontà di uccidere, rapire, distruggere, scatenare reazioni e in definitiva far ripartire una nuova guerra, come è infatti puntualmente avvenuto.
L’altro aspetto. Gaza è una città assediata dove milioni di palestinesi vivono da sempre tra mille difficoltà e dove migliaia di terroristi di Hamas sono infiltrati da anni nelle case, nei garage, nei palazzi, negli ospedali, nei centri di raccolta. Lo fanno volontariamente, ben sapendo che la contraerea israeliana colpirà esattamente il punto di partenza dei missili (che sono piccoli tubi trasportabili ed occultabili) e quindi obiettivi civili.
Se il razzo parte dal balcone di casa tua verso Israele che è a due passi, chi ha lanciato il colpo subito scappa, ma la reazione (automatica, neppure controllata manualmente) colpisce dopo pochi secondi il tuo stesso balcone e la tua famiglia innocente, cosa che Hamas sa benissimo e in definitiva desidera per alimentare odio e terrore.
Israele o non reagisce o coinvolge innocenti, ma secondo voi cosa deve fare?
Questo spiega, però, perché conquistare militarmente Gaza sia impossibile senza una carneficina, che comunque non risolverebbe il problema e quindi per Israele sarebbe una iniziativa suicida.
Se si vuole risolvere la crisi palestinese bisogna trovare un accordo, un compromesso, ma come si fa a farlo se ci sono nel mondo “geni del male” che vogliono lo sterminio dei popoli? Se voi foste israeliano, come reagireste? E se voi foste palestinese? Caliamoci nelle realtà, nei problemi, nei drammi personali di chi è involontariamente coinvolto e non può neppure fuggire.
Ma se non c’è via d’uscita salvo il reciproco sterminio totale, ecco come solo dialogo, comprensione, tempo, volontà possono portare ad un compromesso ed a una pace – o almeno alla sopravvivenza -, ma se si alimentano e si giustificano le azioni come quella del 7 ottobre invece si vuole la guerra e quindi il contrario della pace.
Israele ha mille responsabilità da decenni, ma è grave che un segretario generale dell’ONU non abbia avuto il coraggio di sottolineare con forza chi abbia innestato la “scintilla” del nuovo scontro e in qualche modo l’abbia giustificata.
Se le nazioni del mondo volessero davvero la pace porterebbero truppe ONU a presidiare e garantire Gaza, smantellerebbero Hamas e le altre organizzazioni fondamentaliste imponendo per contro ad Israele tutta una serie di condizioni. Ma l’ONU non ha la forza di farlo, addirittura alcune nazioni come l’Iran vogliono la guerra per odio viscerale e atavico contro gli ebrei ed i musulmani sunniti: Anche per questo purtroppo si continuerà ad odiare ed a morire.