‘Notifica di diniego d’imbarco’: il volo di gran parte della delegazione italiana della ‘flytilla’ e’ stato cosi’ strozzato sul nascere quando, allo scalo di Fiumicino, sette italiani diretti a Tel Aviv e destinati ad unirsi a centinaia di attivisti filo-palestinesi provenienti da tutta Europa si sono visti negare l’imbarco, ‘su direttiva dello Stato di Israele’. I loro nomi erano infatti stati inseriti in una ‘black list’ stilata ad hoc dalle autorita’ israeliane: alla fine, nonostante le proteste, i sette sono rimasti a terra, bollati come ‘non graditi’ dallo Stato di Israele.
Nella lista comunicata ad Alitalia – la compagnia su cui dovevano imbarcarsi i militanti – figurava anche il nome del vignettista Vauro Senesi, da anni in prima linea nelle iniziatve filo-palestinesi e inizialmente inserito nella delegazione italiana della ‘flytilla’. Il vignettista, tuttavia, per impegni di lavoro aveva annullato il viaggio e non si era presentato a Fiumicino. Vauro, una volta venuto a conoscenza dell’inserimento del suo nome nella ‘black list’, ha reagito con la consueta ironia: ‘Non ero a Fiumicino, in realta’ sono gia’ a Gerusalemme, sono arrivato qui travestito da suora pellegrina e cosi’ ho aggirato i controlli. Si vede che il Mossad non è cosí efficiente’, ha spiegato il vignettista, che ha poi alimentato sul web un piccolo giallo sulla sua sorte, annunciando via twitter di aver ‘depistato’ i controlli e di essere gia’ in Israele, travestito appunto da suora.
Vauro ha anche sottolineato l’importanza della manifestazione del gruppo ‘Welcome to Palestine’, ovvero ‘dimostrare come i palestinesi siano abbandonati dal governo ma non dalla societa’ civile’, peraltro ‘in un anniversario doloroso come quello della morte di Vittorio Arrigoni’. Motivazioni che pero’ non hanno convinto Israele ad accogliere gli attivisti. Che, come altri militanti in partenza da diversi scali europei, si sono visti negare l’imbarco ‘su direttiva dell’Autorità per l’immigrazione e la frontiera dello Stato di Israele secondo la legge del 1952 che disciplina l’ingresso sul territorio di Israele’. Il ‘niet’ ha suscitato la ferma protesta dei militanti, pronti ‘ad adire su vie legali’ e a manifestare domani, davanti alla sede Alitalia di via Bissolati.
Sempre questa mattina, a Francoforte, un’italiana, partita da Milano e diretta al Ben Gurion e’ stata obbligata a fare marcia indietro mentre altri 5 attivisti, atterrati a Tel Aviv sono stati immediatamente fermati. Alla fine, pero’, decine di militanti – tra cui alcuni italiani – sono riusciti comunque a raggiungere la Cisgiordania, unica consolazione di una iniziativa nata col chiaro intento di lottare per la liberta’ di circolazione nei Territori e contro ‘l’assedio illegale israeliano’.
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