Israele accelera sui piani di nuovi insediamenti in Cisgiordania: questa volta si tratta di circa 1.000 nuove abitazioni in due colonie isolate nel nord dei Territori occupati, a Itamar e Bruchin. Una mossa che secondo molti rischia di rendere ancora piu’ scivoloso lo sforzo del segretario di Stato Usa, John Kerry, nel suo tentativo di riavviare i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi. Questi ultimi hanno gia’ oggi protestato contro quest’ultima decisione. Un tentativo, quello di Kerry, che dovrebbe comunque registrare una nuova tappa con la visita, rinviata di giorni, che il segretario Usa dovrebbe compiere a breve. Se sara’ naturalmente confermata.
Intanto oggi il nuovo annuncio: i media israeliani hanno riportato che un Consiglio dei Coloni della zona interessata ha chiesto alle autorita’ israeliane di approvare la costruzione di 550 case a Bruchin, una colonia sorta nel 1998 e legalizzata da Israele lo scorso anno. Allo stesso tempo, il Consiglio ha avanzato domanda per un piano per la costruzione di 538 case a Itamar, insieme alla legalizzazione retroattiva di 137 unita’ costruite senza permesso. Il piano sarebbe stato approvato nel passato settembre dall’ex ministro della difesa del precedente governo israeliano, Ehud Barak, dopo che a Itamar, a sud est della citta’ di Nablus, in Cisgiordania, nel marzo del 2011 sono stati uccisi da un giovane palestinese nel loro letto cinque componenti della famiglia Fogel (di cui un ragazzo e due bambini).
‘Il proseguimento delle colonie – ha detto in riferimento alle notizie di oggi il primo ministro dell’Autorita’ nazionale palestinese, Rami Hamdallah, citato dalla Reuters – sta uccidendo la soluzione dei due stati’. E proprio oggi l’Anp ha dichiarato di essere pronta a tornare al tavolo delle trattative se il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, in visita in Polonia, dichiarasse di essere disponibile a riprendere il negoziato sulla ‘base dei confini del 1967’. ‘Non ci sono altre precondizioni’, ha detto il ministro degli Affari religiosi palestinese, Mahmoud Al-Habash. ‘Il nuovo governo Netanyahu – ha denunciato l’organizzazione pacifista israeliana ‘Peace Now’ – continua la politica di espansione delle colonie, anche in quelle parti isolate che non saranno parte di alcun futuro accordo. Questo e’ un ulteriore insulto al segretario di Stato Usa’. Per ‘Peace Now’, un governo che cerca la pace dovrebbe ‘fermare ogni costruzione nelle colonie, specialmente quelle nelle aree isolate’.
I tempi per la costruzione non dovrebbero essere brevi: da ora scattano infatti i 60 giorni previsti per avanzare da chiunque interessato opposizione ai piani. Obiezioni che dovranno essere vagliate e accettate o respinte. Quindi, in caso positivo, si passera’ all’approvazione definitiva: un processo che potrebbe richiedere diversi mesi. ‘Peace Now’, che ha annunciato per sabato sera un sit in di protesta di fronte alla residenza del primo ministro a Gerusalemme, ha stimato in un anno il tempo necessario all’avvio dei lavori.
Discussione su questo articolo