Diverse decine di migliaia di palestinesi hanno partecipato oggi ad appassionate proteste in Israele, nei Territori occupati e anche nei Paesi limitrofi (fra cui Libano, Siria, Giordania ed Egitto) in occasione del 30 marzo – la ‘Giornata della Terra’ – in cui si ricordano i moti del marzo 1976: quando cioe’, durante le proteste per l’espropriazione di terre, sei dimostranti arabi furono uccisi in Galilea dalla polizia israeliana.
In serata il bilancio provvisorio degli incidenti odierni e’ di un morto e, secondo la Mezzaluna rossa, di decine di feriti nonche’ 300 fra intossicati e contusi.
Per arginare l’ondata di proteste Israele ha adottato misure straordinarie di sicurezza. Fra queste: la chiusura dei Territori; la mobilitazione in forze della polizia; la dislocazione di rinforzi lungo le linee di confine con il Libano e la Siria; e la limitazione ai soli adulti dell’ingresso oggi nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme.
La protesta palestinese si e’ comunque espressa con grande intensita’: ma in nessun caso i dimostranti – che simbolicamente intendevano ‘marciare su Gerusalemme’ – sono riusciti a forzare le linee israeliane. L’incidente piu’ grave – riferisce l’agenzia di stampa palestinese Maan – si e’ verificato a Gaza dove un giovane ventenne, Mohammed Zaqut, e’ stato colpito dal fuoco israeliano durante scontri ravvicinati nella zona del valico di Erez. Due altri feriti – uno a Gaza, uno a Betlemme – versano in condizioni gravi.
Anche il parlamentare palestinese Mustafa Barghuti – membro dello stesso clan familiare di Marwan Barghuti, il dirigente di al-Fatah detenuto in Israele – e’ stato brevemente ricoverato in un ospedale di Ramallah, dopo essere stato colpito alla testa da un cadelotto lacrimogeno israeliano.
A Gerusalemme, dove si temevano estesi disordini, le preghiere del venerdi’ nella Spianata delle Moschee si sono concluse senza incidenti. Scontri fra manifestanti e polizia si sono verificati nei pressi delle mura della Citta’ vecchia, dove la polizia ha compiuto decine di fermi, fra cui quello di Hatem Abdel Qader, un dirigente di al-Fatah. Gli incidenti piu’ estesi hanno comunque avuto luogo al posto di blocco di Kalandya, fra Gerusalemme e Betlemme, dove dimostranti ed esercito si sono affrontati per ore, fino al calar delle tenebre.
Nei giorni scorsi, per cercare di ridurre al massimo le proteste, Israele aveva inoltrato severi moniti ai Paesi vicini affinche’ impedissero ai dimostranti di raggiungere le linee di confine. E questa discreta collaborazione e’ stata garantita non solo dagli eserciti nazionali del Libano, della Siria e della Giordania ma anche dalle forze di sicurezza di Hamas a Gaza.
Queste ultime hanno cercato di impedire (non sempre con successo) ai dimostranti di raggiungere le postazioni israeliane.
In serata, quando si e’ sparsa la voce del morte del giovane dimostrante, colpi di mortaio sono stati sparati dalla Striscia di Gaza verso Israele. Ma sono esplosi in zone aperte, senza provocare vittime o danni.
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