Il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha prolungato l’arresto di sei adolescenti ebrei – di eta’ compresa fra 13 e 16 anni – sospettati di aver partecipato mercoledi’ (con altri due giovani non ancora identificati) all’aggressione di un palestinese in un rione ebraico di Gerusalemme ovest. Si tratta della seconda aggressione fisica ad un palestinese in meno di un mese nel settore ebraico di Gerusalemme.
Alla televisione Ibrahim Abu Ta’a ha detto di essere andato mercoledi’ nel rione Katamon di Gerusalemme ovest per accompagnare a casa un’amica ebrea in stato di ebbrezza dopo una serata in un locale notturno. All’ingresso della casa – ha aggiunto – la ragazza e’ inciampata e lui l’ha sorretta. Ma alcuni giovani che erano nelle vicinanze hanno pensato – secondo quanto da loro raccontato alla polizia – che la importunasse e lo hanno immediatamente assalito, anche con una spranga. Di conseguenza, Ibrahim Abu Ta’a (un abitante di Wadi Joz, a Gerusalemme est) e’ finito in ospedale con un piede fratturato e contusioni in tutto il corpo. ‘Quei ragazzi sono dei razzisti – ha commentato – Ma cosa insegnano a scuola? Adesso ho davvero paura a tornare a Gerusalemme Ovest. Questa volta mi hanno rotto un piede, domani potrebbe essere la testa’.
Il mese scorso un ragazzo palestinese era stato sul punto di essere linciato nella centrale piazza Sion di Gerusalemme da una decina di giovani ebrei (‘teppisti’, secondo la polizia), nove dei quali sono stati poi identificati ed arrestati: il piu’ grande e’ da poco maggiorenne. Tutti sono accusati di incitamento al razzismo e alla violenza, oltre che di aggressione per motivi razziali.
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