Matteo Renzi sul suo blog nel ‘Diario dalla California giorno 2′: “’Il futuro non e’ piu’ quello di una volta’ diceva Paul Valery e quando parli con Brian Chesky, CEO e fondatore di Airbnb, te ne rendi conto. Certo lui, come molti, in questa capitale globale del domani, pensa che i prossimi anni cambieranno l’umanita’ piu’ di quanto lo abbiano fatto gli scorsi secoli, ma il futuro che egli ha in mente non e’ solo quello dei robot e dell’intelligenza artificiale”.
“Accanto al freddo mondo delle macchine, secondo Brian – dice ancora Renzi -, il futuro sara’ fatto di quello che lui chiama il villaggio: la dimensione calda delle radici e delle relazioni, della cultura e delle esperienze uniche che nascono dagli scambi tra le persone. I computer non prenderanno mai il posto di quella componente, anzi paradossalmente la esalteranno, creando nuove opportunita’ di vita e di lavoro”.
“In Italia piu’ che altrove – sottolinea – perche’ in fondo e’ quello che facciamo da sempre: produrre esperienze capaci di emozionare il mondo. Me lo confermava stamani il CEO di Apple Tim Cook, a Cupertino, nel quartier generale di un’azienda che continua a mietere risultati straordinari e che in queste ore raggiunge il massimo della capitalizzazione come mi spiegava Luca Maestri, al vertice della parte finanziaria aziendale, italiano competente e capace. L’Italia dunque vista come produttrice di valori e di esperienze e questo spiega, tra l’altro, la scelta di Napoli per il progetto Apple che sta funzionando molto bene. E di cui ovviamente sono lieto e grato a tutti quelli che lo hanno reso possibile”.
“Ma non di sole aziende vive l’uomo! E allora siamo stati in visita a Stanford, una delle università più prestigiose al mondo, senza la quale probabilmente non sarebbe stato possibile il miracolo della Silicon Valley. Abbiamo discusso con il rettore di ingegneria e un gruppo di studenti delle rivoluzioni tecnologiche prossime venture, ma prima abbiamo anche affrontato un pranzo di discussione con alcuni professori di scienze politiche, tra i quali Francis Fukuyama”.
“Quali sono – prosegue – le grandi sfide con le quali deve confrontarsi la democrazia, in America come in Europa? Qual è il rapporto tra popoli e populisti? Se, da entrambi i lati dell’Oceano, una quota crescente di cittadini ha la sensazione di aver perso il controllo della propria vita e della comunita’ nella quale vive, la risposta non puo’ essere un’alzata di spalle. I nuovi nazionalisti, loro, una soluzione ce l’hanno: chiudere le frontiere, interrompere gli scambi, rigettare il diverso. Insomma tornare indietro”. Come si combattono i populismi? Mostrando “che l’alternativa e’ la societa’ aperta, inclusiva, tollerante dove non si rinuncia all’identita’, alla cultura, alla tradizione, ma forti dei propri valori ci si apre al dialogo e al confronto”.
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