Matteo Renzi è una sorta di mina vagante della politica. Basta ricordarlo nel 2014, quando, da segretario del Partito Democratico, disse all’allora premier Enrico Letta: “Enrico, stai sereno”. Qualche giorno dopo, Letta fu sfiduciato dalla direzione nazionale del Partito Democratico e fu rimpiazzato da Renzi stesso.
Nell’agosto del 2019 il primo governo presieduto da Giuseppe Conte, quello con la Lega, cadde. Renzi fece mettere d’accordo il Partito Democratico di Luca Zingaretti col Movimento 5 Stelle e diede vita al Governo Conte II, salvo farlo cadere nel gennaio 2021 e favorire l’ascesa di Mario Draghi come presidente del Consiglio.
Nel frattempo, nel settembre 2019, Renzi uscì dal Partito Democratico e fondò Italia Viva.
Oggi, il Bomba, come lo chiamano gli amici, prova a ritrovare la ribalta. Italia Viva correrà alle elezioni europee con una coalizione formata da Azione, Più Europa, i Radicali Italiani ed altri partiti di centro. La lista in questione è quella degli Stati Uniti d’Europa. Ora, sorge questa domanda: cosa farà il Matteo toscano?
Renzi, infatti, ha criticato altri esponenti politici, come la premier Giorgia Meloni, per il fatto che non si dimetteranno dopo le elezioni europee, in caso di vittoria. Cosa farà lui se sarà eletto? Sappiamo tutti che è noto per il fatto di dire una cosa per poi fare l’esatto contrario. Lo disse anche a suo tempo un certo Maurizio Bianconi, esponente politico che fu del Movimento Sociale Italiano, di Alleanza Nazionale, del Popolo della Libertà, di Forza Italia e dei Conservatori e Riformisti Italiani.
Certo, da buon aretino, Bianconi descrisse il fiorentino Renzi con termini più coloriti di quelli che ho usato io in questo articolo. Del resto, tra toscani non poteva essere altrimenti.
Dunque da uno come Renzi ci si può aspettare di tutto. Egli critica la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma Italia Viva è affiliata all’ALDE (Alleanza Liberali e dei Democratici per l’Europa) la quale sostiene l’attuale Commissione europea. Quindi, è il solito giochino. Ci si chiede dunque se manterrà la parola data o se farà al solito suo.