“Ci sono persone che sanno tutto, e purtroppo è tutto quello che sanno”. (Oscar Wilde)
“Se la presunzione non è il più grave tra i difetti, essa è almeno tra i più irritanti”. (Joseph Sanial-Dubay, scrittore francese)
“Lui non sa nulla e pensa di sapere tutto: tutto ciò fa pensare chiaramente a una carriera politica”. (George Bernard Shaw)
“I sentimenti di inferiorità o superiorità sono gli stessi. Entrambi provengono dalla paura”. (Robert Anthony, educatore statunitense)
RENZI IN TESTA ALLA CLASSIFICA
Se si facesse un referendum tra gli italiani per indicare chi sia oggi il personaggio più antipatico, Matteo Renzi risulterebbe il più votato. Oggi, nell’ennesima giornata di nuove consultazioni (ma quanto ancora debbono durare?) di Sergio Mattarella, non voglio entrare nelle solite, estenuanti discussioni.
QUESITO INTRIGANTE, MA SENZA RISCONTRO
Sono affascinato invece dalla domanda che vi ho proposto prima, è aperta a tutti, a ogni risposta: potete segnalarmi, se vi garba, chi siano altri “antipatici”, a vostro giudizio. Ovvio che l’esito della mia valutazione (una scommessa) non ci sarà, perché non può esservi nessun referendum sull’antipatia di Renzi e di chiunque altro. Però, credo che l’argomento di questa nota sia intrigante. Opinioni in libertà…
RENZI, UN CASO PSICOLOGICO?
Ma perché Renzi suscita tanta antipatia? In apparenza, sembra un problema psicologico misterioso. Era un giovanotto con notevoli risorse: in primo luogo astuzia, prontezza di riflessi, capacità di linguaggio e di affabulazione. Ha conquistato il potere (in modo ruvido e spiccio, con maniere discutibili) e poi è riuscito a sfasciare tutto. Perché? Probabilmente, aveva ritenuto di essere diventato imbattibile. E si è comportato con arroganza, da dittatorello. E quelle tre qualità si sono dissolte disastrosamente, con rapidità.
SONO SPARITE LE QUALITÀ!
Astuzia? No, non ha capito che non era il caso di personalizzare il referendum del 4 dicembre 2016 e si è beccato un primo colpo da ko.
Prontezza di riflessi? No, non ha capito che non era il caso di truccare (due volte!) le dimissioni annunciate e di avere convenienza a sparire, almeno per qualche annetto.
Affabulatore? No, ci ha preso in giro innumerevoli volte, mai mantenendo la parola data. Tutto questo lo ha reso non solo inaffidabile, ma anche molto antipatico. Gli italiani sono pazienti, ma per fortuna non scemi: quando si stufano, si stufano.