Elezioni anticipate? No, grazie. Il presidente della Repubblica non vuole sentire parlare di voto senza una nuova legge elettorale. La scelta di Sergio Mattarella cambia completamente il volto della giornata politica, e mette momentaneamente la sordina al continuo balletto di indiscrezioni sulle mosse di Matteo Renzi in vista della delicata direzione Pd di mercoledì. Con il premier che pero’ in serata spariglia le carte proponendo un governo di unita’ Nazionale che possa avere il sostegno del piu’ ampio spettro di forze politiche.
“E’ inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee”, spiega Mattarella rimarcando come “il risultato del referendum abbia confermato un Parlamento con due camere, regolate da due leggi elettorali profondamente differenti, l’una del tutto proporzionale, l’altra fortemente maggioritaria con forti rischi di effetti incompatibili rispetto all’esigenza di governabilità”.
Da qui l’esigenza, per il Colle, di una nuova legge elettorale e dunque di un governo che assicuri una transizione ordinata, nel rispetto della sovranita’ del Parlamento come “soluzione obbligata prima che di buon senso”. “Ovvie ragioni di correttezza istituzionale richiedono prima di andare a nuove elezioni -approfondisce il capo dello Stato – di attendere le conclusioni di quel giudizio il cui esito non e’ ovviamente prevedibile”.
Matteo Renzi ha annunciato le sue dimissioni poco dopo i risultati del referendum costituzionale. Dovrebbero formalizzarle nelle prossime ore, forse venerdì. Il percorso che dovrà prendere l’Italia è prima di tutto nelle mani di Renzi e E affidato alla volonta’ del Parlamento, perche’ sin dall’inizio di questa crisi il capo dello Stato si e’ posto come arbitro e garante.
IL BIVIO Renzi indichera’ domani un bivio: o un governo di responsabilita’ nazionale con la piu’ ampia partecipazione delle forze politiche per affrontare le scadenze del paese o elezioni. Tutto questo, mentre le opposizioni, dalla Lega a Forza Italia – gia’ fortemente innervosite per il forte ritardo della convocazione della Consulta, annunciano battaglia mercoledì al Senato contro la fiducia alla manovra.
BERLUSCONI TENTATO Il centrodestra è contro a un governo di unità Nazionale. Lo sono anche i grillini. Ma l’ipotesi viene valutata con attenzione da Silvio Berlusconi. Un Nazareno bis? Forse. Il Cav è preoccupato tuttavia di non dare altro spazio al Carroccio. Vale la pena riavvicinarsi a Renzi?
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