Sì fa presto a mettere in piedi un bel matrimonio, con bomboniere pacchiane, abiti costosi come un monolocale e lacrimuccia d’ordinanza. Si parte tutti con messa in piega, fiori d’arancio, magari peonie, riso da sfamare Calcutta per due anni, comprese le scarnificate vacche sacre e la pantomima arriva allo zenit del “ti amerò per sempre” tra una tartina e un antipasto mari e monti. Tutto questo artifizio spesso è tanto zuccheroso quanto fasullo e privo di basi, poiché nasconde insicurezze, convenzioni sociali, voglia d’accontentare la mamma, regalarsi un giorno principesco, una vagonata di auto-regali in lista nozze d’americana provenienza, e poi almeno per un po’ si fa anche gli sposini felici, ma sarà vero?
A Monopoli in provincia di Bari, c’è stato l’ennesimo colpo di scena durante uno di questi faraonici matrimoni tra i rampolli di due note famiglie del luogo. Quando il parroco ha chiesto a “lui” se voleva impalmare la fanciulla in bianco virginale, egli ha detto di no, dichiarando lapidario di chiedere spiegazioni alla sposa e al testimone, e poi ha invitato tutti a festeggiare il ritorno al celibato, in fondo mai lasciato! L’ironia ha salvato questo ragazzo e ulteriori spiegazioni servono a poco.
Oggi il tradimento scivola in chat, serpeggia su Facebook, fa cigolare cellulari nascosti e sim occulte da imboscare nel porta oggetti dell’auto o sotto il tappetino, eppure le bugie hanno le gambe corte e prima o poi qualcosa viene a galla. Se un tempo le mogli trovavano nelle tasche delle giacche delle ricevute d’albergo, ora si lasciano tracce telematiche, si digitano password, si scoprono sms sospetti e strani orari di lavoro. Gli investigatori privati guadagnano e lavorano a pieno regime e dove c’è un sospetto, quasi sempre c’è la magagna e seguiranno altre spese faraoniche.
Sperperare decine di migliaia d’euro in matrimoni da favola, solo per gratificare il proprio ego è un segno dei tempi vacui e superficiali che viviamo, tempi fatti d’apparenza e di poca sostanza. Molte di queste relazioni si basano su un semplice affetto, su convenienza, capricci, desiderio di avere un porto sicuro, e sentirsi quasi salire di grado con una vera al dito e un certificato di matrimonio, che male vada, dà diritto ad un bonus chiamato “assegno divorzile”.
La cattedrale è ancora chic per sposarsi e poi bisogna anche pensare al momento in cui la sposina deciderà di riprodursi perché le amiche l’hanno già fatto, poi la mamma desidera diventare nonna e sicuramente deve essere così gratificante andare in giro con un pargolo da esibire come trofeo!? Quando però si fanno i conti senza l’oste, qualcosa va storto le magagne vengono fuori fragorose. L’mante non resta sempre nell’ombra, prima o poi si commette un passo falso e la torta a dieci strati esplode come una bomba ad orologeria. A volte “lui” si distrae con la commessa del supermercato, “lei” va in palestra e trova un diversivo con un palestrato, tatuato e depilato, oppure tampona con l’auto, si scheggia la manicure e cade tra le braccia del carrozziere. I tribunali traboccano, le liti si sprecano e nel nostro paese si paga più d’alimenti che di benzina. Vale la pena vivere un sogno fasullo?
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