Il Sindaco di Benevento e leader del neonato partito “Noi di Centro” Clemente Mastella è intervenuto su Radio Cusano Campus. Con Mastella si è analizzato il primo giorno di votazione per il nuovo Presidente della Repubblica.
“Il passo indietro di Berlusconi ha complicato le cose invece che eliminare difficoltà, specialmente nel centrodestra – spiega Mastella – è il sintomo di una difficoltà oggettiva di Salvini e Meloni che si sfidano in vista delle prossime politiche. Il centrosinistra da tempo non esprime più una politica. È dal 2006 che non arriva al Governo vincendo le elezioni. Purtroppo non ha più un progetto. In generale la governance dei gruppi non ce l’ha nessuno. Si tenta di prolungare la legislatura il più possibile perché in molti non rientreranno in Parlamento. Berlusconi ci ha provato. Se gli avessero detto di no dall’inizio forse non si sarebbe arrivati a questo punto. Però c’erano senatori, deputati e consiglieri regionali di altri schieramenti che lo avrebbero votato”.
Mastella nei giorni scorsi si è speso per Pierferdinando Casini: “Avere un Capo dello Stato tecnico che insedia un Presidente del Consiglio tecnico sarebbe la morte della politica. Per quanto la politica abbia dato motivi di suicidio, un minimo di vitalità deve venir fuori. Occorre un compendio. Se dovessi dare un consiglio sarebbe questo: Draghi è bravissimo, continui a fare il premier. Non vedo perché Casini non possa essere un buon nome”.
“Casini non sarebbe il viatico per un nuovo centro. Sarebbe il frutto di un rigurgito del Parlamento che ricomincia a riassegnarsi un ruolo. Non dimenticate che quando ci fu l’elezione di Scalfaro fu il Parlamento a prendere il pallino grazie a Marco Pannella. La stessa cosa sta avvenendo ora. C’è questo antiparlamentarismo dilagante che non va bene. Draghi sconta il mancato dialogo con il parlamento. Si confronta il meno possibile e questa è una cosa che non mi piace”.
Nei giorni scorsi ha presentato il suo nuovo partito “Noi di Centro”. Una formazione che punta a raggruppare le forze di centro, Azione di Carlo esclusa: “è lui che si auto esclude – riprende Mastella – è tolemaico, è difficile avere a che fare con lui. Vorrei rilanciare un progetto simile alla Margherita. Fondata da me, Lamberto Dini, Franco Dini e Romano Prodi arrivò anche al 13%. L’errore storico, e io non aderii, fu quello di spogliarsi di alcuni canoni per fondersi con i DS. Oggi il Pd arriva a malapena al 20%, Margherita e DS arrivavano al 30%. Vuol dire che è stata una sciocchezza incredibile. La Margherita poteva fare l’alleanza di centrosinistra e non fare il PD”.
Con questo partito punta a candidarsi per la Presidenza della Regione Campania? “Io faccio il sindaco. Guardo più di là che di dietro, tra poco faccio 75 anni. Non mi presento neppure alla Camera o al Senato. L’unica remora che ho è che se non ci fosse stato questo gruppo di magistrati, alcuni fuori da ogni regola, oggi farei altro probabilmente. Come spiega Palamara nel suo libro, c’era un fan club di magistrati a Napoli contro di me e spero vengano giustiziati dalla giustizia che c’è dall’altro lato, perché mi hanno ammazzato politicamente. Senza questo sarei stato ancora in campo. Per il resto ringrazio la Provvidenza per come mi è andata. C’è il rammarico per quel gruppo di magistrati che in maniera ingiusta si spinse a fare cose fuori dall’orbita della giustizia vera. Volevano fottere Mastella perché gli stavo sulle palle, solo perché stavo facendo la riforma della giustizia. Qualcuno di quelli che mi brutalizzò ha fatto anche carriera”.