Massimo Giletti sulle prime due puntate di “Non è l’Arena” su La 7: “Il bilancio è importante, siamo entrati in una domenica che obiettivamente per La 7 era spenta, che faceva una media di 1.80, 1.90. Riuscire a fare in due puntate una media di oltre 7.5 è una vera forza. Vuol dire che c’è attenzione e che anche quel tipo di programma, di contenuto, inizia a trovare spazio anche la Domenica, che solitamente è dedicata alle grandi fiction, al grande intrattenimento. Un vero bilancio, poi, potrà farsi solo col tempo”.
“E’ lunga, ogni settimana c’è grande attenzione sulla domenica. E’ stata una soddisfazione, per me, costringere un Ministro a intervenire in diretta per chiarire un qualcosa che andava chiarito. Costringere un Ministro a telefonare in diretta è un segnale positivo per me. Far tv è anche questo. Noi siamo una nicchia. Quando si diceva Giletti contro Fazio, io l’ho fatto provocatoriamente, ma in realtà è Davide contro Golia, non c’è paragone. Il Tg1 finisce con un traino del 26, io parto col 4”.
Sulle difficoltà di Rai 1: “Il tracollo di Rai 1 non mi appartiene più. E’ una storia passata. Mi spiace, io a quella rete ho dato tantissimo, ci sono stato tanti anni. I numeri sono quelli, sono impietosi, parlano chiaro. La somma della domenica rispetto allo scorso anno è molto lontana. La Rai è pagata col canone dei cittadini, bisogna stare attenti agli investimenti, alle strategie. Poi se in questo Paese nessuno è mai responsabile, allora giriamoci dall’altra parte. Nell’era Bernabei la tv era molto politicizzata, c’erano i sistemi della prima Repubblica, però i manager avevano la capacità di dire ai politici che dovevano fermarsi, perché avrebbero deciso loro cosa sarebbe accaduto all’interno della Rai. Ora invece si rischia di essere completamente dipendenti dalla politica”.
Sul caso Brizzi, parlando sempre a Radio Cusano Campus: “Penso che se dieci donne dicono le stesse cose qualcosa dev’esserci. Ma il rischio di far finire tutto in un calderone unico, dove non ci sia distinzione tra molestie ed avance, è palese. Mi disturba il silenzio di tutte le grandi attrici. Non c’è una grande attrice che sia intervenuta in questo dibattito. Non puoi fare la vaga. Quando sei una donna importante e famosa puoi avere la forza di dire di no. Quando invece sei una ragazzina per te il sistema diventa un rischio. Comunque la situazione Brizzi saranno i magistrati a chiarirla. E’ vergognosa la legge che c’è in Italia, perché non si permette alla donna di denunciare la violenza se son passati sei mesi”.
Su Milena Gabanelli: “Spero che venga a La 7. Sarebbe un arricchimento di quello che ormai sta diventando il vero servizio pubblico in Italia. Spero che la Gabanelli venga da noi. Il problema però è più alto rispetto alla Gabanelli. Ho la sensazione che vogliano normalizzare l’informazione. Vogliono togliere quei volti che hanno credibilità al palcoscenico di questi mesi in cui si vota. C’è una responsabilità chiaramente politica”.
Sulla Juventus: “Quando vinci tanto arriva un po’ di appagamento. Probabilmente alcuni giocatori non hanno più la stessa fame. Sarà difficile uscire da queste difficoltà. Servirebbe anche qualche accorgimento tattico a centrocampo. Mi chiedo se abbia senso giocare a 2 e non proteggere la difesa con un uomo in più. Le due squadre più importanti, al momento le favorite, sono Napoli e Roma”.
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