Massimo Giletti, conduttore di ‘Non è l’Arena’, ha parlato dell’attuale situazione politica con Radio Cusano Campus: “Le divisioni interne del Pd e gli schemi vuoti degli altri partiti portano al primo appuntamento, quello del 23 marzo, con un’ipotesi evidente: che il centrodestra elegga al senato un presidente e poi si faccia un accordo con i Cinque Stelle come era una volta per la Camera. Il tracollo del Pd? Rimane comunque attorno al 19%, nonostante l’ennesima scissione. E’ un partito che rimane forte, con uno zoccolo duro importante. Era scontato che non avrebbe vinto, certo in pochi si aspettavano andasse sotto il 20%. Chi ha votato Lega e Movimento Cinque Stelle aveva voglia di abbattere un vecchio sistema. Voleva dare un segnale di cambiamento, contro una classe politica che secondo molti ha fallito”.
Sull’affermazione pentastellata al Sud: “E’ un’affermazione superficiale dire che hanno vinto al Sud grazie alla promessa del reddito di cittadinanza. Chiunque cerca di fare operazioni interessanti prima delle elezioni. Il problema è che abbiamo un Nord produttivo, mentre il Sud, se è vero quello che si dice, pensa ancora di portare voti con una nuova forma di clientelismo”.
L’analisi di Giletti prosegue: “Il sistema burocratico sta uccidendo il nostro Paese. Mi viene il sospetto che questo sistema serva a tenere in piedi quella che si chiama corruzione. Se tu hai difficoltà a manovrare nel settore pubblico, hai difficoltà ad ottenere i permessi per fare quello che ti spetta, qualcuno se ne avvantaggia. Il problema del Sud è la classe dirigente, che è veramente scarsa. Andatevi a fare un viaggio in Andalusia, andate a vedere come la regione più povera della Spagna è riuscita a trasformarsi. Noi non riusciamo ad avere nemmeno una classe dirigente in grado di compilare i moduli per avere i fondi europei che ci spetterebbero. Questa è la realtà, inutile stare a chiacchiere”.
Su Renzi: “All’inizio ho creduto anche io che fosse un rottamatore, ma quando si va al potere poi è complicato rottamare. La stessa cosa potrebbe accadere ai Cinque Stelle. E’ facile pensare di gestire un Paese, amministrare il potere è completamente diverso. Di Pietro un giorno mi disse ‘vedi Giletti, quando sono diventato Ministro al ministero ho trovato gli stessi che avevo indagato, in ruoli diversi’. E’ questo il vero problema. Il nostro è un Paese molto complicato, con Camorra, malavita, molto presenti in tutto il territorio. Lombardia ed Emilia Romagna sono infiltrate, la stessa Roma e il sud del Lazio. Abbiamo mille difficoltà, in più ci sono certe organizzazioni criminali che complicano ulteriormente le cose”.
Sull’intervista più bella che ha mai fatto: “Ne ho fatte tante, emozionanti e commoventi. Mi ha divertito molto quella con Placido Domingo. Il numero 1 al mondo che aveva una semplicità pazzesca. E poi lo scontro epico con Berlusconi, rimasto alla storia. Una delle poche interviste vere che Berlusconi ha fatto”.