II faraonico matrimonio della figlia di Pramod Agarwal, magnate del ferro indiano, che si terrà in Puglia, terra anche dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone detenuti in India, viene criticato da Gianluca lannone, leader di CasaPound, in una intervista a Il Tempo: "E’ di pessimo gusto dare questa possibilità a chi detiene ingiustamente i nostri soldati nel proprio paese. Fa capire come siamo ridotti, a uno Stato incapace di tutelare i propri militari. Alle nozze ci saranno pure gli elefanti e ottocento persone. Ci sentiamo umiliati e offesi. Noi non siamo un villaggio vacanze".
Iannone assicura che, anche se non distante dal luogo del matrimonio Casa Pound terrà la sua festa nazionale, non sono previsti blitz ma solo delle "azioni propagandistiche, con striscioni, su tutto il territorio pugliese, per rispondere a questo evento. Lo faremo pacificamente, chiedendo libertà per i marò. Ma non abbiamo certo intenzione di assaltare il luogo del matrimonio".
Intervengono sul tema anche i senatori Luis Alberto Orellana della commissione Esteri e Lorenzo Battista, segretario della commissione Difesa. Riguardo al matrimonio tra due rampolli di miliardari indiani per il 6 settembre, criticando il comportamento del primo cittadino di Fasano e della Regione Puglia, ma "anche del governo italiano", commentano: “Sono trascorsi due anni e mezzo senza risultati e Fasano, in provincia di Brindisi, diventa il palcoscenico del piu’ grande matrimonio di rampolli indiani all’estero. Il ritorno economico e’ cosi’ forte che mentre a Borgo Egnatia si consumera’ il fastoso rito, Girone e Latorre conteranno i 30 mesi di detenzione. Negli Stati Uniti, in Francia, in Inghilterra non sarebbe successo perche’ lì almeno prevale l’amor patrio".
"Dove e’ la sbandierata e conclamata credibilita’ internazionale dell’Italia?", si chiedono i due parlamentari, i quali esortano ancora una volta Renzi "ad avere un sussulto di orgoglio ed un minimo di coraggio nei confronti dell’India per far ritornare in Italia i due marò. Il diritto internazionale – ricordano Orellana e Battista – sancisce che i due Maró siano giudicati in Italia sia perche’ la nave italiana era in acque internazionali sia perche’ essi godevano di immunita’ funzionale. Giunti in Italia dovevano rimanervi. Perche’ Monti – rilevano infine – non ha voluto mettere in atto la saggia clausola imposta nell’accordo dal suo Ministro degli Esteri? Forse una intervista di economia in meno e qualche parola in più sulla vicenda è ancora in tempo a darla".
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