Mario Monti taglia corto: Giulio Terzi si è dimesso da ministro degli Esteri perché ha altri obiettivi e presto saremo quali sono. Così il presidente del Consiglio dimissionario durante il suo intervento alla Camera sulla vicenda dei due marò e sulle dimissioni del titolare della Farnesina.
“Ho ragione di ritenere che l’obiettivo non fosse quello di modificare una decisione, ma fosse quello, più esterno, di conseguire altri risultati che nel corso del tempo diventeranno più evidenti", ha detto Monti riferendosi alle dimissioni del ministro degli Esteri Giulio Terzi. "Sono rimasto stupefatto per ciò che il ministro ha fatto e per ciò che non ha fatto in connessione con le sue dimissioni. Ciò che ha fatto è aver reso noto qui, senza nessuna comunicazione preventiva al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio, le sue dimissioni". Quanto a "ciò che non ha fatto", ha proseguito Monti, "abbiamo tutti esperienza di organi decisionali, di organi collegiali, sappiamo tutti che è natura della collegialità pervenire a decisioni condivise, sappiamo tutti che può essere anche usato un preannuncio di dimissioni affinché qualche cosa cambi – ha proseguito Monti – Niente di questo è avvenuto né alla riunione del Cisr né alla riunione che si è tenuta nel mio ufficio ieri mattina alla presenza del ministro della Difesa, del ministro degli Esteri, in collegamento con il ministro della Giustizia. E niente mi è stato detto dal ministro degli Esteri circa un suo dissenso" sul rientro in India dei due marò.
Secondo Monti la decisione di non rimandare in India i marò “non avrebbe dovuto essere oggetto di precipitose dichiarazioni alla stampa, che il ministro Terzi ritenne invece di rilasciare". "L’11 marzo – ha ricordato Monti – le autorità indiane venivano informate della nostra richiesta di consultazioni bilaterali e che i due militari non avrebbero fatto rientro in India in pendenza di consultazioni, anche a livello semplicemente informali fra esperti giuridici dei due Paesi. Si trattava quindi di una decisione in itinere destinata a essere rivista alla luce delle auspicate consultazioni bilaterali e che quindi non avrebbe dovuto essere oggetto di precipitose dichiarazioni alla stampa che il ministro Terzi ritenne invece di rilasciare, anticipando un risultato finale che non poteva ancora darsi per scontato".
Il Prof desidera “manifestare” tutta la sua “gratitudine a ciascun membro di questo governo, a cominciare dal ministro Di Paola anche per le dichiarazioni che ha reso ieri in quest’aula".
La decisione di far rientrare i due maro’ in India e’ stata “difficile e dolorosa ma necessaria per tutelare l’onorabilità del Paese e della loro uniforme”, ha spiegato Monti, auspicando che a questo punto i rapporti con il grande Paese asiatico possano rientrare nell’alveo di una “controversia puntuale tra due stati sovrani senza pregiudicare i rapporti bilaterali”. “Pur con la prudenza che deve accompagnare qualsiasi valutazione, vorrei sottolineare che negli ultimi giorni abbiamo avviato un dialogo politico con l’India ed un percorso verso una soluzione rapida" del caso dei due marò.
Monti ha anche aggiunto che il suo governo “non vede l’ora di vedere sollevato il proprio incarico che nel 2011 non ha sollecitato", ma che fu "sollecitato dal mondo dei politici, perche’ la situazione era troppo complicata per potersela cavare”.
POCHI APPLAUSI PER IL PREMIER IN AULA Durante l’informativa di Mario Monti sul caso marò in Aula alla Camera si registra un momento di tensione. Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) borbotta spesso contestando il discorso del premier. A un certo punto la protesta di La Russa infastidisce Monti che chiede alla presidente Laura Boldrini di poter continuare il suo discorso. La Russa borbotta ancora, poi si rimette al suo posto dal quale si era allontanato per parlare con alcuni colleghi del Pdl. A sostenere La Russa i sui colleghi di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, Fabio Rampelli e Massimo Corsaro. A Monti arrivano pochi applausi durante il suo intervento, per lo piu’ da Scelta Civica. Plaude anche il Pd.
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