"E’ la morte della credibilità e della politica estera del Paese. Devo dire che ci fosse Silvio Berlusconi al governo, con tutti i suoi limiti, questa situazione sicuramente l’avrebbe già risolta". Così Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, in una intervista al Tempo commenta la sentenza della Corte di Amburgo su Salvatore Girone e Massimiliano Latorre per la quale parla di "democristianata": "Non da né ragione né torto agli uni e agli altri. Non libera nessuno e non esplicita la competenza di giudizio", "dopo tre anni siamo al punto di partenza".
Per Salvini la questione marò non è solo un caso diplomatico: "E’ la riprova che il governo italiano non conta un fico secco", "è un caso emblematico. Del peso politico dell’Italia nel mondo prima di tutto. E ciò si ripercuote nelle misure che danneggiano la nostra agricoltura, la nostra industria, il nostro mercato".
Salvini parla di "una storia allucinante. Siamo al terzo governo che dice di occuparsi della questione: uno più ridicolo dell’altro. E soprattutto è incredibile che oggi, mentre stiamo parlando, l’Italia stia applicando le sanzioni contro la Siria, dove non c’è nemmeno l’ambasciata, e stia sostenendo anche l’embargo dei medicinali contro quello Stato. Applichiamo anche le sanzioni contro la Russia e a un Paese che sostiene da anni un processo del genere contro i nostri militari non diciamo praticamente nulla".
Secondo Salvini, inoltre, "se fossero stati militari americani, francesi, tedeschi Latorre e Girone sarebbero a casa da un pezzo" e sottolinea che "la storia dei servizi segreti di mezzo mondo dimostra che quando vuoi portare a casa qualcuno, o vuoi catturare una persona in territorio straniero si fa. Se si vuole".
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