Tanto tuonò (anche da parte di ItaliaChiamaItalia) che alla fine piovve sul Governo Monti! Dobbiamo dar atto al Ministro Terzi che, con un poderoso colpo di reni, si è tirato fuori da quel marasma politico confusionario che ha guidato la questione dei due marò sequestrati ingiustamente dall’India. Ci perdonerà, il ministro, della dura ironia sparata nei suoi confronti, ma questa è la dimostrazione che è servita, quantomeno, a far chiarezza su di un punto: assegnare alle parti le rispettive responsabilità! Certo: sia il Presidente Napolitano che il (finto) Presidente del Consiglio Monti hanno condannato l’azione, paragonata all’abbandono di una nave, specialmente in questo momento di caos istituzionale; ma era un’azione che andava fatta per lanciare un messaggio chiaro e definitivo su come sono andate le cose. La sostanza dei fatti che emerge è una sola (concordata finalmente da tutti i media): la mancanza assoluta di un Coordinamento operativo efficiente tra i vari ministeri quando si tratti di problematiche riguardanti cittadini italiani o interessi italiani all’estero.
E’ quanto ribadiamo da anni (l’ultimo appello è di qualche giorno fa): in Italia manca un DIPARTIMENTO INTERMINISTERIALE operante full time che faccia fronte a crisi o problematiche italiane nel mondo, coordinandone le soluzioni attraverso una linea di condotta valutata e predisposta da esperti del ramo ministeriale di riferimento.
Ripercorriamo in sintesi gli errori effettuati:
1° Fatto: Quando successe la disgrazia dell’uccisione di quei pescatori indiani per errore, la nave si trovava in acque internazionali. Domanda: chi e perché autorizzò la nave ad entrare in acque territoriali, approdando in un porto indiano e, quindi, accettando le regole locali? E ancora: chi e perché autorizzò lo sbarco e la consegna dei due militari alle autorità locali?
2° Fatto: i due marò furono rinchiusi in un carcere indiano in attesa di giudizio. Domanda: chi e perché accettò tale azione senza effettuare immediate ritorsioni internazionali a livello diplomatico (Europa e consiglio ONU), minacciando la chiusura delle ambasciate, fino ad arrivare alla interruzione delle relazioni diplomatiche? Gli inglesi o americani cosa avrebbero fatto?
3° Fatto: i due marò furono rilasciati dalle carceri potendo vivere in seno all’ambasciata italiana. Domanda: chi concordò questa situazione di accomodamento per non far “soffrire troppo” i due militari, dando però nel contempo la scusa e la possibilità all’India di dilatare enormemente il tempo nelle decisioni (che appare evidente non voglia prendere)? I due marò dovevano restare in carcere ed uscire solo per tornare in Italia!
4° Fatto: Ai due Marò vengono concesse due licenze, una per le festività, l’altra per il voto, in entrambi i casi con l’impegno di tornare in India. Domanda: chi e perché effettuò questo compromesso, consegnando all’India una patente di onestà intellettuale e di giustezza comportamentale, tesa a venire incontro alle necessità degli italiani, ma nascondendo chiaramente l’intento di “far” scappare i due soldati, per poi rivalersi in campo internazionale? L’India non vuole risolvere il problema… lo vuole “far” risolvere all’Italia!
5° Fatto: si mostrano i pugni con la decisione di non restituire i due marò, ma poi, sotto minaccia e sequestro del nostro ambasciatore, si calano le braghe e si rispediscono in India, facendo esultare il governo indiano che dichiara al mondo: la linea dura ha pagato! Della serie: con gli italiani e’ facile vincere! Domanda: chi e perché ha prodotto queste doppie figure meschine di fronte al giudizio internazionale, zigzagando in modo stupido e maldestro? Qualcuno ci dovrà dire quali accordi o finti accordi o prese in giro nasconda questa penosa vicenda! Quali intendimenti c’erano sotto banco per salvaguardare qualche affaruccio indiano! Insomma, quanto è costata la nostra onorabilità?
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