Riflettendo su quanto sta avvenendo, sorge spontanea una domanda: abbiamo toccato il fondo oppure esso è ancora lontano? Siamo uno stato senza alcuna credibilità sul piano internazionale e per quanto riguarda le questioni interne facciamo solo pena. Sono tre anni che ci portiamo dietro la vergogna del caso dei due Marò nel quale governi di inetti, ad eccezione dell’onesto e capace Terzi, non hanno saputo fare altro che chiedere scusa e/o piagnucolare al cospetto degli indiani. Mesi or sono, a dimostrazione del nostro vergognoso e buonista modo di fare, uno scafista, al collega preoccupato per essere stati intercettati, disse: "Non ti preoccupare, sono italiani".
Ora su questo problema degli immigrati, tra i quali sicuramente ci sono degli appartenenti all’Isis, agevolato da una politica balorda e da inviti alquanto disdicevoli, dobbiamo registrare anche un attacco, a suon di kalashnikov, che alcuni scafisti hanno lanciato ad una nostra motovedetta rea di aver agganciato e sequestrato un barcone. Ebbene, di fronte a questo vero attacco di pirateria dalla motovedetta non è stato risposto al fuoco, ma si è data manetta al massimo ai motori. A questo punto è logico chiedersi se la motovedetta era armata o se i soloni scaldapoltrone, superpagati hanno dato l’ordine perentorio di darsela a gambe e non rispondere al fuoco, neanche con una scacciacani. Sono episodi deplorevoli, segno che i vari personaggi delle istituzioni non sanno cosa fare oltre a pensare ai propri benefici.
Questo purtroppo è il carrozzone Italia che, se è una barzelletta in politica internazionale, per quella interna fa solo pena e vergogna: viene indagato e dovrà difendersi davanti al giudice un benzinaio reo di aver difeso degli onesti lavoratori e che una volta fatto oggetto del fuoco dei banditi ha sparato uccidendone uno; invece di dargli una medaglia gli abbiamo mandato un avviso di garanzia. La scorsa settimana un neonato è morto nella regione dello sperpero più vergognoso, la Sicilia, in quanto negli ospedali non era disponibile un posto per la cura intensiva ed il 118 non aveva un elicottero per intervenire per il trasporto in un centro attrezzato. A distanza di pochissimi giorni, sempre dalla terra dello sperpero, si viene a sapere che il responsabile del 118, trovandosi lo scorso mese di gennaio in vacanza in Sardegna, a seguito di una diagnosi di aneurisma disseccante, non ci pensa due volte a richiedere al 118 di Palermo l’invio di un elicottero super attrezzato per trasportarlo da Alghero a Palermo per essere operato, in quanto i centri di cardiochirurgia della Sardegna non riscuotevano la sua fiducia. Un po’ di onestà e moralità consiglierebbe a costui di chiedere scusa ai contribuenti e rifondere alla regione tutte le spese per il trasporto; campa cavallo. Che vergogna!
In compenso, in questa Italia dello sperpero abbiamo trovato il modo per rifocillare l’erario: multare un commerciante che ha regalato un panino ad un povero mendicante.
Discussione su questo articolo