Ho molte perplessità sulle scelte del nuovo governo. Tutti capiscono la difficoltà del Paese, ma non capisco perché nel momento in cui si devono obiettivamente fare sacrifici si scelga di non tassare i grandi patrimoni, non si ritocca l’IRPEF ai livelli più alti mentre si aumenta la benzina con enormi effetti inflattivi e – posto che si debba in qualche modo tassare la prima casa (e questo mi lascia comunque perplesso) – si avvia un marchingegno molto complicato del quale fino a questo momento non si capisce bene come funzionerà, ma – parlando da sindaco – saranno comunque fondi che non andranno ai comuni, un’altra volta salassati da ulteriori tagli nei trasferimenti.
Il governo Berlusconi proponeva una IMU comunale dove ciascuna amministrazione avrebbe introitato grazie alle sue capacità di recupero dell’evasione sulle imposte locali, così – invece – chi introita di più lo trasmette allo Stato, e ai comuni (chissà poi perchè) sono cancellati anche i consigli tributari che erano stati appena nominati.
Poi c’è la partita previdenza e pensioni che nella sua ristrutturazione generale è sicuramente doverosa, ma è proposta senza sufficienti “gradini” per renderne più uniforme l’impatto sulle diverse classi di età. Così c’è chi si salva per un pelo e chi – solo per essere nato pochi mesi dopo – dovrà lavorare molti anni di più. La gradualità è necessaria in un campo delicato come questo e non vi nascondo che le lacrime del ministro mi hanno profondamente irritato perché mi sono sembrate una grande ipocrisia. Anche l’aumento della benzina comporta un pericoloso rischio-inflazione tassando in modo indiscriminatro un bene di fatto primario per tutti.
*deputato PdL e sindaco di Verbania
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