Alla vigilia dell’Assemblea Federale che costituisce l’ultimo atto della vita della Margherita, il suo ex tesoriere, Luigi Lusi, mette sul piatto la restituzione del patrimonio immobiliare gestito dalla Luigia Ltde. Una mossa a sorpresa che si traduce in una vera e propria ‘bomba’ in vista della riunione di domani che oltre allo scioglimento del partito dovra’ anche decidere dove destinare i fondi rimanenti – stimati in circa 14 milioni – e quelli che si riusciranno a recuperare tra i 21 milioni oggetto dell’inchiesta che vede coinvolto proprio Lusi. L’offerta, definita ‘del tutto inconcludente’, viene pero’ rifiutata a stretto giro di posta e per vie legali.
Secondo l’avvocato Titta Madia, che rappresenta gli ex dirigenti Dl Rutelli, Bianco e Bocci, Lusi ‘continua a non dare infatti risposta alle condizioni da noi poste: e cioe’ riconoscere, com’e’ ovvio, che non esisteva alcun titolo fiduciario per le sue appropriazioni indebite. In mancanza di questo – avverte l’avvocato – si tratta della conferma della volonta’ di non arrivare a nessuna soluzione’.
L’ex Tesoriere, rimettendo ‘nel pieno possesso del partito, libero da vincoli di indisponibilita’ di qualsiasi genere’, il patrimonio immobiliare della Margherita, ha forse sperato di poter convincere l’Assemblea se non altro della lealta’ della sua condotta. E, allo stesso tempo, accendere i fari su quella di altri comportamenti: quelli assunti dagli ex dirigenti del partito. La volonta’ di restituire i beni da lui amministrati – ricorda infatti l’ex tesoriere – era gia’ stata manifestata quando, ‘con atto di diffida extra-giudiziale, notificato il 20 aprile 2012, rimasto privo di riscontro’ lui e Giovanna Petricone avevano convocato la Margherita a comparire il 26 aprile da un notaio ‘per l’acquisizione delle quote’ della societa’ da lui amministrata. Un invito al quale – scrive Lusi – Rutelli, Bianco e Bocci, nella loro dichiarata veste di rappresentanti legali dei Dl, pur manifestando apparente interesse verso la retrocessione di beni in favore del partito, tuttavia rifiutavano l’offerta di sottoscrizione volta all’acquisizione’. Un rifiuto, sottolinea Lusi, comunicato ‘senza doverosa preventiva informazione ai componenti stessi dell’Assemblea e nella piena consapevolezza di assumere tale decisione in totale difetto dei poteri rappresentativi e deliberativi da essi collegialmente propalati dallo Statuto’.
‘La vuole buttare in caciara’, spiega un ex Dl sottolineando che ‘fino a quando non e’ stato scoperto, Lusi quei beni se li e’ tenuti ben stretti e nascosti…’. Cio’ che c’e’ di certo e’ che la lettera di Lusi complica e non poco l’assemblea di domani che oltre a sciogliere il partito deve approvare il bilancio e fare luce sull’appropriazione indebita di circa 21 milioni di euro per la quale Lusi e’ indagato.
Un compito di per se’ non semplice. E che viene reso ancor piu’ difficile visto che sono in molti a nutrire dubbi – quegli stessi avanzati da Lusi – sulla conformita’ dell’operato dei vertici del partito che sono stati gia’ tradotti in esposti in Procura e diffide. L’ultima, di oggi, e’ quella di Luciano Neri, ex responsabile delle circoscrizioni estere della Margherita, che ha annunciato una diffida ai 398 membri dell’assemblea a votare ‘un bilancio di cui nessuno sa nulla’ parlando senza mezzi termini del pericolo di ‘un’assemblea truffa’ rappresentata non dai suoi 398 componenti eletti al congresso, ma solo da ‘una cinquantina di ascari del ‘cerchietto magico”.
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