“La tragedia di Marcinelle, avvenuta 64 anni fa, ci trasmette una lezione senza tempo. Perché ci ricorda che siamo un popolo di migranti, in un momento storico in cui alcune forze politiche vorrebbero farcelo dimenticare. Ci dice che tutti hanno diritto a cercare una vita migliore, in qualsiasi luogo del mondo. Ci insegna il valore di un lavoro dignitoso, spesso precluso proprio a quei migranti ai quali oggi si guarda con diffidenza. Migranti che una volta eravamo noi”. È quanto dichiara la Senatrice Laura Garavini, Vicepresidente commissione Esteri ed emigrazione e Vicepresidente vicaria gruppo Italia Viva-Psi.
“L’emigrazione è un fenomeno che riguarda da sempre il nostro Paese. Lo scorso secolo, così come oggi. Sono cambiate le caratteristiche di chi se ne va, ma non le motivazioni. Una volta partivano le classi più disagiate e meno alfabetizzate. Oggi le giovani eccellenze, con un livello di istruzione elevato. Entrambi in cerca di condizioni di vita migliori – prosegue Garavini -. Adesso la mobilità internazionale è un valore. E dobbiamo difenderla e valorizzarla. Con la stessa forza, però, dobbiamo sostenere con politiche attive il rientro di coloro che, invece, non partono per scelta ma per necessità. Coloro che studiano e si formano in Italia per poi realizzarsi all’estero rappresentano una perdita di capitale umano e di progresso per il nostro paese”.
“L’essere umano ha sempre viaggiato e continuerà a farlo. Pensare di fermare le migrazioni, o peggio ancora di scaricare su di esse tutte le responsabilità delle crisi economiche come fanno i sovranisti, è semplicemente antistorico. E vuol dire offendere anche la memoria dei tanti nostri migranti. A partire da quei 136 minatori italiani che, l’8 agosto del 1956 non risalirono dal Bois du Cazier – conclude Garavini – Quest’anno per la prima volta, a causa del Covid, non si svolgerà la tradizionale cerimonia a Charleroi. Una commemorazione molto sentita, alla quale io stessa partecipo ogni anno in rappresentanza delle istituzioni italiane. La distanza fisica non intacca la partecipazione emotiva. La ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’ rimane una data carica di memoria e significato”.