In Italia "il sistema e’ incapace di reagire" e per qualche strano motivo nel Paese, "anche di fronte alla recessione, a un tasso disoccupazione al 12,3%, ad una realta’ che vede quasi il 43% dei giovani sotto i 24 anni senza lavoro, ci comportiamo come se fossimo un’isola felice dove quello che esiste deve essere salvaguardato ad ogni costo". A parlare e’ Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, nel suo intervento al Meeting di Rimini. Ha spiegato che "abbiamo passato 20 anni a far finta di fare riforme", che "l’Italia non puo’ piu’ aspettare. Dal presidente di Confindustria sono arrivati messaggi negativi, ma cerco di guardare l’aspetto positivo". Secondo l’ad di Fiat "non possiamo piu’ aspettare", in Italia "la situazione si aggravera’ con questa disoccupazione, con i giovani che non riescono a trovare lavoro. Il Paese sta prendendo una brutta impennata".
"Il presidente Renzi ha di fronte un ruolo ingrato, ma pare determinato e coraggioso nel voler demolire le forze di resistenza al cambiamento e alle riforme", ha detto Marchionne. "Nei pochi incontri privati – ha detto – l’ho incoraggiato a proseguire il suo programma riformatore, senza curarsi del clamore e degli attacchi. La sua missione e’ importante, molto piu’ del rumore e della polvere sollevata dagli oppositori".
Dunque, "massima fiducia nel Governo. Ma la verita’ e’ che finora chiunque ha guidato il nostro Paese si e’ scontrato con un muro di gomma ed e’ stato costretto a svolgere un ruolo amministrativo. I risultati sono stati pochi, i compromessi tanti".
Dopo avere assicurato che “non chiuderemo nessuno stabilimento in Italia”, Marchionne ha continuato: “Dobbiamo avere la consapevolezza che abbiamo di fronte una Italia tutta da ricostruire, serve una nuova fase di rilancio nazionale". "Se le riforme fossero davvero varate saremmo i primi a salutarle con gioia, ma noi non possiamo riporre tutte le speranza nell’attesa".
"Non partirei dal fare uno stabilimento da zero, ma non lo ho fatto nemmeno in America. In ogni caso, creare infrastrutture per produrre auto in Italia non esisterà più". "Dobbiamo posizionare il vero made in Italy al livello giusto. Fare la 500 in Italia per perdere non e’ una buona idea. Fare la Maserati Quattroporte e venderla all’estero e’ una buona idea".
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