Le Marche sono state colpite da un evento atmosferico estremo, di incredibile forza. La zona di Senigallia e del nord dell’Anconetano sono state sferzate particolarmente dall’ondata di maltempo e sono morte undici persone e due risultano disperse. L’evento atmosferico in questione è stato un temporale orografico particolarmente intenso che ha prodotto un grande quantitativo di pioggia concentrato su un’unica zona. Così, tanta acqua è scesa a valle, portando con sé anche fango e detriti.
Il disastro è stato inevitabile.
Esprimo il mio cordoglio per le vittime e la mia vicinanza al presidente marchigiano Francesco Acquaroli, alla sua amministrazione, alle amministrazioni comunali di Senigallia e dei Comuni limitrofi e ai cittadini ivi residenti.
Faccio anche una considerazione. Il clima è cambiato, anche se sull’origine di questo fenomeno ci sono delle discussioni tra chi lo attribuisce alle attività umane e chi dice che ciò sia un fatto pienamente naturale. Questa seconda ipotesi è avallata dalla storia, pur essendo molto discussa; ma non è questo il tema.
Il dato di fatto è che il clima è cambiato ed è più caldo. Con un clima più caldo, ovviamente, vi è un maggiore rischio di fenomeni estremi, come le squall line, i sistemi convettivi a mesoscala e le supercelle. I temporali nascono da fenomeni convettivi. Quindi, vi è anche un maggiore rischio di piogge intense, di grandinate e di tornado.
L’Italia è un Paese fragile, da questo punto di vista, per la sua conformazione. Di conseguenza, quanto accaduto nelle Marche non è solo una tragedia, ma anche un monito. Noi dovremo agire tenendo conto di quanto è accaduto, per evitare altre tragedie.