Luigi Marattin, deputato del Pd, in merito al Decreto dignità e la delocalizzazione delle aziende, intervenuto a Radio Cusano Campus ha detto: “Da quello trapela sono un po’ confuso. Già adesso buona parte dei contributi pubblici dati alle aziende vengono ritirati in caso di delocalizzazione. Quando Di Maio dice che vuole multare le aziende sopra i mille dipendenti che delocalizzano fuori dall’UE, deve essere chiaro che questa misura non ha nulla a che vedere con le crisi industriali che si stanno verificando in questi mesi. Ad esempio l’Embraco è un’azienda sotto i mille dipendenti. E inoltre queste aziende delocalizzano in Slovacchia e in Romania che fanno parte dell’UE, capisco che Di Maio con la geografia non vada d’accordo, ma se la misura fosse questa sarebbe del tutto inefficace. E’ un tema delicato senza facili soluzioni. Solletica la pancia dire: obbligo le imprese a rimanere in Italia, ma questo non è possibile e sarebbe anche dannoso perché limitare la libertà di movimento significa limitarla anche in entrata”.
Riguardo la stretta sui contratti a termine. “Si partiva con la volontà di smontare e rivoluzionare il Jobs Act e si arriva a misure di piccolo cabotaggio come queste – ha dichiarato Marattin -. In ogni caso ritengo queste misure dannose perché la soluzione non è aumentare il costo del lavoro a tempo determinato, la soluzione è diminuire il costo del lavoro a tempo indeterminato. E’ sempre meglio rendere più conveniente l’uno piuttosto che più gravoso l’altro, anche perché esiste una domanda di domanda a tempo determinato che non può andare a zero. Non è vero che tutti i contratti a tempo determinato siano come voucher da 1 ora alla settimana. Il rischio è che l’imprenditore non assuma”.
Sul reddito di cittadinanza. “Il PD ha istituito il reddito di inclusione e ora ha presentato una proposta di legge per estenderlo a tutti i poveri – ha affermato Marattin -. Se la maggioranza vuole c’è subito pronta un’opportunità per rinforzare la lotta alla povertà. Se invece si vuole fare propaganda, si può continuare a raccontare il sogno di 1600 euro al mese per una famiglia con due figli, che otre ad avere un costo esorbitante, sarebbe anche ingiusto”.
Contrapposizione realismo Tria con provvedimenti annunciati da Di Maio. “E’ una contrapposizione già nei fatti. Nella risoluzione al def, approvata dalla maggioranza, c’è scritto che il debito deve ridursi, che il deficit deve ridursi e che si devono rispettare i vincoli europei. Salvini e Di Maio invece hanno ottenuto un consenso molto ampio con un programma di governo che prevede la spesa di circa 120 miliardi di euro, a fronte di mezzo miliardo di copertura”.