Scontro accesissimo ieri a "In Onda", su La7, fra il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, e quello di Libero, Maurizio Belpietro. Una puntata che valeva la pena di essere vista.
Si parla, naturalmente, di crisi economica e manovra del governo. I due quotidiani schierati da sempre con il centrodestra hanno due visioni diametralmente opposte sulla questione, lo si capisce anche leggendoli in questi giorni. E durante il dibattito in tv e’ chiaro anche dai toni usati dai due direttori che le due visioni sono incompatibili, o quasi. Sallusti e’ molto più filogovernativo, ed arriva addirittura ad accusare Belpietro di essere "dipiestrista" e "bersaniano"; Belpietro da parte sua incassa, ma replica alle critiche dimostrando di essere preparato, come sempre, su cio’ di cui si sta parlando.
Sallusti, sulla misura che riguarda l’accorpamento delle province, spiega: "E’ evidente che non si sa ancora quali effetti produrra’ l’accorpamento delle province. Noi rispetto a Libero abbiamo un atteggiamento più responsabile. Bisogna fare qualcosa e anche di molto drastico. E’ ovvio che cavalcando l’onda anticasta si vende qualche copia in più e si guadagna qualcosa", ma cosi’ – da’ a intendere il direttore del Giornale – vuol dire vincere facile.
Belpietro spiega le sue ragioni: "E’ lo stesso Silvio Berlusconi a dire che il taglio delle province non produrrà alcun guadagno". Prima di tutto "in tutte le regioni autonome le province non possono essere tagliate. A questo si aggiunge che nella norma c’e’ scritto che il taglio sara’ fatto in base al censimento del 2011, quindi i dati saranno disponibili nel 2012, e gia’ siamo arrivati al 2013". "Non e’ affatto facile cavalcare l’onda dell’anticasta", prosegue ancora il direttore di Libero replicando a Sallusti, perche’ "ci sono elettori del centrodestra fedelissimi a Berlusconi e che vedono in ogni critica al governo una critica al Cavaliere. Ma cosi’ non e’. Noi stiamo dicendo che Berlusconi deve tornare a fare il Berlusconi". Invece "ha ceduto alla Lega e al ministro Tremonti".
Sallusti a questo punto attacca con forza: "Trovo un’analogia fra le posizioni di Belpietro e quelle di Bersani e Di Pietro. Non sono un’economista. So pero’ che si puo’ fare quel che si puo’ fare. Se c’e’ un governo che ha una parte fondamentale, che e’ la Lega, bisogna rispettarla". Qui si sta parlando di "salvare il Paese. Sia chiaro: ogni centesimo che mi chiederanno in più diventero’ una bestia. Ma bisogna salvare l’Italia, se no – non vorrei fare il catastrofista – fra due mesi le nostre banche potrebbero anche essere fallite".
A Belpietro le frecciatine di Sallusti non piacciono affatto: "A parte che Bersani e Di Pietro le tasse sul ceto medio le vorrebbero più alte. Ma se analogie ci sono, vuol dire che Nicola Porro – che del Giornale e’ vicedirettore – assomiglia a loro un po’ di più, visto che sul suo blog scrive ‘Caro Cav, non ci sono parole. La manovra del Cdm e’ un insulto al pensiero di un modesto liberale’. ‘Una tassa assurda’. Forse Sallusti dovrebbe dare del dipietrista al vicedirettore del suo giornale". E allora ecco che Belpietro, guardando dritto in camera, si rivolge direttamente al premier: "Caro Cavaliere, questa mossa ti fara’ perdere le elezioni, perche’ 500mila persone non ti voteranno più. Se non fate i tagli che dovete fare affondate il Paese".
Ma per Sallusti cio’ che dice Belpietro "vuol dire dare dei deficenti agli elettori del centrodestra. Belpietro li considera deficenti. Siamo tutti molto arrabbiati". Belpietro non resta zitto e parla sopra Sallusti, che allora lo interrompe bruscamente: "Sei peggio di Bocchino, non mi fai parlare! Nessuno e’ felice di pagare più tasse. Ma perche’ paghiamo più tasse? Per i debiti della prima repubblica. Credo sia meglio tenerci stretto questo governo", anche se il ministro Tremonti "più che una risorsa e’ un problema, perche’ ormai la sua linea e’ molto lontana da quella del governo. Alcuni provvedimenti sono inconciliabili con quanto promesso agli elettori, Belpietro su questo ha ragione. Ma questo abbiamo e su questo dobbiamo lavorare".
Belpietro non si smuove dalla sua posizione: "Non e’ una questione economica. E’ il principio. Questo governo ha sempre detto che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche degli italiani. Invece, il governo tradisce questo patto con gli elettori. E potrebbe non essere il primo tradimento". E sul discorso pronunciato da Bossi a Ponte di Legno a Ferragosto: "Trovo demagogico il discorso di Bossi: noi siamo stati costretti, dice, dall’Europa a fare la manovra. L’Europa pero’ vuole anche che l’eta’ pensionabile venga aumentata, quindi prima o poi dovremo farlo. In ogni caso penso che questa maggioranza reggera’, anke perche’ non ci sono alterntive".
Sallusti: "Non e’ vero che abbiamo fatto la manovra perche’ ce l’ha detto l’Europa, ma perche’ ci han comprato miliardi di euro di bot. Nel momento in cui accetti i miliardi qualcosa devi dare. Del comizio di Bossi la menzogna e’ che parla di pensionati. La riforma delle pensioni non e’ quella di diminuire le pensioni, ma stiamo parlando di pensionandi, di coloro che dovranno quindi andare ancora in pensione".
Insomma, punti di vista diversi fra Sallusti e Belpietro. Sono poche le volte a cui abbiamo assistito a prese di posizione cosi’ distanti fra i due quotidiani schierati col centrodestra. E visto l’aria che tira, tutto fa pensare che nei prossimi giorni il Giornale e Libero continueranno ad avere due linee diverse su cio’ che riguarda la maxi manovra e le soluzioni messe in campo dal governo per combattere la crisi. Una cosa e’ certa: a leggere i due giornali, ci sara’ da divertirsi.
Discussione su questo articolo