Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE, in una conferenza stampa alla Camera a margine del Comitato di presidenza, ha chiesto al governo di dare, nella manovra, “un segnale concreto per gli italiani all’estero”.
In conferenza stampa il CGIE fa il punto sulle attività che si sono appena concluse (assemblea plenaria, seminario sulle donne in emigrazione e visita a Matera) e sui progetti in cantiere. In primis la Conferenza dei giovani italiani nel mondo, in programma a Palermo nell’aprile 2019, che a causa dei probabili tagli previsti dalla manovra, potrebbe essere a rischio.
“Il Cgie dovrebbe avere un decurtamento di 400mila euro – sottolinea il segretario generale del Cgie Michele Schiavone -. Noi abbiamo già organizzato progetti per il prossimo anno, che il governo conosce, e la detrazione potrebbe vanificare il lavoro iniziato”.
Dunque “il governo non riduca i fondi per gli italiani all’estero che rappresentano una risorsa per il Paese”. “Gli italiani all’estero rappresentano l’Italia nel mondo e dunque sono cittadini a pieno titolo – dice ancora Schiavone – le nostre comunità sono una ricchezza e, al di là della retorica dell’abbandono, l’Istat ha certificato che quest’anno sono partiti altri 28mila laureati. C’è una nuova emigrazione in atto”.
“Auspichiamo che nel dibattito al Senato venga un segnale concreto che finora è mancato, per la comunità italiane nel mondo, in particolare il sostegno alla diffusione e promozione della lingua e della cultura italiana – prosegue Schiavone -. Oggi gli italiani all’estero sono quasi 6 milioni, ed è una cifra approssimativa per difetto e parlare di 10 milioni non è un’esagerazione. A questi si aggiungono gli italodiscendenti”.
Schiavone denuncia infine che “sono stati ridotti i capitali a sostegno delle politiche di aiuto ai nostri connazionali in Venezuela e nei paesi in cui c’è un problema di povertà che riguarda i nostri connazionali”.
NO A RIDUZIONE ELETTI ALL’ESTERO
“Non si deve ridurre il numero già esiguo dei Parlamentari eletti all’estero”. Il segretario generale del Cgie Michele Schiavone ha ribadito la volontà di “mantenere gli attuali 18 parlamentari eletti all’estero e anzi chiediamo di aumentarli in ragione dell’aumento degli italiani all’estero”.
Alle elezioni del 4 marzo 2018 gli iscritti all’anagrafe degli italiani all’estero – Aire – che avevano diritto al voto erano 4,3 milioni, 700mila in più rispetto alle politiche del 2013. In quell’occasione hanno votato anche gli elettori temporaneamente all’estero da un periodo superiore ai tre mesi.