“Attaccarsi alla casa, cioè a quanto gli italiani hanno di più caro, al bene più prezioso, è un atto iniquo, un provvedimento che chiediamo venga subito revocato. Tassare la prima casa, rendere il cittadino che ha fatto anni di sacrifici, pagato mutui impegnativi lavorando sodo, un inquilino del suo Comune di residenza è, oltre che un pesante balzello, uno schiaffo alla dignità e alle aspirazioni delle famiglie, di tutti coloro che nonostante tutto continuano a lavorare e a tenere in piedi l’Italia. Se si vuole guardare a cosa fanno in Europa, si pensi prima ad uniformare gli stipendi degli alti manager di casa nostra agli stipendi dei loro omologhi Ue. Riconosciamo però che la manovra del governo non è tutta da buttare. E’ giusto infatti combattere con decisione e successo l’evasione fiscale e ridurre le retribuzioni dei politici, alcuni dei quali trascorrono il tempo nei palazzi del potere ad azzuffarsi per stabilire le tariffe dei propri voltafaccia e dei loro meschini interessi, mentre sono proprio le loro facce che dovrebbero sparire per sempre dalla vista degli italiani. Invece di licenziare impiegati e operai troviamo il modo di licenziare quei politici assenteisti e inetti che potrebbero ben essere sostituiti da chi lavora e può dimostrarlo con l’evidenza dei fatti”. Lo dichiara in una nota il consigliere di Roma Capitale Fabrizio Santori (PDL), commentando il decreto sui provvedimenti anticrisi del governo.
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