Il governo, che ha varato tre o quattro manovre in 60 giorni e sconfessato se stesso ad appena due settimane dalla riunione a quattro ad Arcore, dove si è riscritto per intero il testo, naviga ancora fra nebbie e secche e cambia rotta, si può dire, ad ogni ora. Oggi, dopo un ennesimo vertice di maggioranza a cui ha preso parte il ministro Tremonti (che ha garantito "I saldi rimarranno invariati"), arrivano le ultime novità sulla manovra: i Comuni potranno pubblicare sui loro siti i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi e tutti i proventi che arriveranno dalla Robin Hood Tax andranno a ridurre i tagli solo agli enti locali e non ai ministeri. Il ministro dell’Economia, parlando con la stampa dopo il suo intervento in commissione Bilancio al Senato, ha detto che nel provvedimento, "al posto del contributo di solidarietà", è stato inserito "un apparato di norme che giudichiamo efficace", che prevede anche "variazioni significative al sistema penale-fiscale, molto più efficaci". Durissimo il giudizio di Confindustria: "A quasi un mese di distanza dal monito della Bce, la manovra che si sta faticosamente profilando appare debole e inadeguata. Alcune componenti della manovra non sono valutabili e non c’è quindi la necessaria certezza sui saldi". Il consiglio direttivo quindi "esprime forte preoccupazione per il modo in cui viene affrontata la grave situazione della finanza pubblica italiana e della ripresa della crescita".
E mentre Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit, parla di un Paese sull’orlo del baratro, non si dicono persuasi né Comuni né regioni, con il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che è molto negativo sul governo e Gianni Alemanno che dice: “I nuovi testi presentati sono assolutamente non soddisfacenti e inaccettabili. Contiamo di avere ascolto anche in sede parlamentare". E poi ha dichiarato: "Così come lunedì hanno manifestato insieme i sindaci di centrodestra e centrosinistra, adesso il nostro appello a rivedere la manovra dando respiro agli enti locali, è rivolto veramente a tutti".
Berlusconi ostenta sicurezza. "Non abbiamo timori di sorta sulla copertura della manovra. Ci stiamo lavorando e siamo sicuri di far bene. Sono vigile sui provvedimenti che stiamo predisponendo", dice il presidente del Consiglio, in un colloquio con "Il Tempo", assicurando che la copertura ci sarà, ma malumori e difficoltà, all’interno della maggioranza, rimangono invariati, mentre il tempo stringe e l’Europa attende una risposta.
Sempre oggi è stato arrestato Giampaolo Tarantini, uno degli indagati in merito alla complessa vicenda dei ricatti a Berlusconi, una vicenda che è stata definita dal capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi una storia di “fine impero”, con cinque indagati (Valter Lavitola, direttore dell’Avanti, al momento latitante, il suo stretto collaboratore Fabio Sansivieri, il cugino Antonio Lavitola e poi Giampaolo Tarantini e sua moglie Angela De Venuto, anche lei in manette e indicata nelle carte processuali come "amante dello stesso Lavatola"), che sarebbero stati pagati in cambio del silenzio sulle feste a base di escort. Berlusconi s è detto disgustato ed ha manifestato un’autentica voglia di lasciare il Paese. Speriamo non sia il segnale che davvero la nave Italia sta affondando e non vi sia più alcun margine di ripesa.
L’Economist verga un nuovo editoriale dedicato all’Italia, ma nel numero in uscita domani va oltre e pronostica il rischio che l’Italia, per colpa di chi è governata, finisca per affondare l’euro. Il governo Berluconi, sostiene l’Economist, ha buttato le finanze pubbliche nel caos e l’Italia, che ha già bruciato 45 miliardi della Bce, è già nel diastro. Speriamo che ciò sia esagerato e soprattutto che ci si decida a fare chiarezza e ad usare la massima serietà per una manovra che ogni giorno cambia versione.
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