Mario Monti, in audizione a Montecitorio davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, parla della manovra del governo: "Con il decreto ‘salva Italia’ non ho usato termini retorici. Questa e’ la realtà", afferma con fierezza e una punta d’orgoglio il presidente del Consiglio, che ha quindi aggiunto: "Siamo in grado di accogliere suggerimenti per rafforzare l’equita’ del provvedimento per salvare l’Italia". "Grazie al lavoro in Parlamento e al dialogo con i sindacati seppure in tempi succinti, oggi siamo in grado di accogliere contributi che aumentano l’equità del decreto per salvare l’Italia".
Monti ha sottolineato che "contrariamente al passato" non sono state conteggiate le misure antievasione, che eppure sono "incisive". Monti ricorda che le maggiori entrate sono "strutturali". Del provvedimento il premier sottolinea "alcune caratteristiche non sufficientemente evidenziate, forse per nostre carenze: la natura strutturale degli interventi, l’equilibrio qualitativo dell’azione intrapresa, gli elementi di equità distributiva tra generazioni che abbiamo introdotto pur nel contesto di grave urgenza ed emergenza economica".
"A noi che non abbiamo tabu’ non sarebbe dispiaciuto avere senza drammi un’imposta sul patrimonio, sui grandi patrimoni in particolare". Tuttavia, come hanno segnalato i tecnici interpellati, tale imposta sarebbe stata efficace "dopo due anni di lavoro intenso per dotarci di basi conoscitive fiscali appropriate". Allo stato, "avremmo abbaiato ma non morso", ha aggiunto il premier.
"Abbiamo fiducia che i mercati reagiranno positivamente agli sforzi dell’Italia", precisa ancora Monti.
La manovra porta un aumento della pressione fiscale, è vero, ma "l’alternativa sarebbe stata un avvitamento nella crisi del debito sovrano che porterebbe, non alla recessione ma alla distruzione del patrimonio e all’evaporazione del reddito degli italiani". Il Governo non vuole un fisco "repressivo", il fisco sara’ "amico" e favorira’ l’adesione "spontanea" alle norme.
Il blocco delle indennita’ per le pensioni "non riguardera’ la maggior parte dei pensionati e sara’ compensato dalla tassazione sullo scudo". Per il professore bocconiano dire "pagano sempre i soliti è rifarsi a luoghi comuni". L’Ici? "La tassa sulla prima casa esiste in tutti i Paesi europei". Dalla casa ci sara’ un gettito di 10 miliardi, di cui solo 2,4 miliardi dalla prima casa. "Segnalo che l’Imu elaborata da un prezioso lavoro di questo Parlamento ha caratteristiche di maggiore equita’ rispetto alla vecchia Ici".
Sui capitali scudati "ci sara’ una tassa del 4%, sarà il prezzo per proseguire l’anonimato".
Nessuna nuova tassa sui conti correnti. Dalle novità "sono esclusi i conti correnti su cui continua ad essere applicata un’imposta fissa, anzi viene esclusa per i conti sotto i 5 mila euro", ha spiegato il premier.
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