In due settimane il governo ha commesso una serie spaventosa d’errori. Aveva pensato di toccare le pensioni, ma poi si e’ rimangiato tutto. Aveva rinunciato impaurito dalla reazione, ma poi ci ha di nuovo ripensato. Ha dato occasione agli enti locali di formare un fronte comune, con sfilate di sindaci d’opposta fazione, ed anche qui ha fatto in parte dietrofront. Aveva deciso che i redditi più alti avrebbero dovuto giustamente pagare il contributo di solidarietà, ma ha cambiato subito idea, salvo poi parzialmente ripensarci. Ha fatto arrabbiare tutti senza ottenere quasi niente. Invece si sarebbe dovuto dire chiaramente che anche i cosiddetti diritti acquisiti possono essere toccati, e che l’età pensionabile deve essere modificata ed anche Bossi deve capirlo.
Ora si promette il carcere agli evasori, commettendo l’ennesimo errore. Quando si metteranno le manette all’evasore? Quando vuole l’Agenzia delle entrate? Oppure lo si sbatte in galera dopo la condanna definitiva? Campa cavallo! Ammesso poi che la lentezza della magistratura ci riesca. E dove li mettiamo? Le carceri sono strapiene. Ai domiciliari sulle loro barche o dentro le ville intestate a società “off shore”? E sai che paura che si mettono! In Italia il governo si paralizza di fronte a chi protesta. Anche se il recente sciopero generale della CGIL, del Pd e dell’Idv e’ stato un fiasco colossale in partecipazione. Il comizio di Susanna Camusso, segretaria della Cgil, e’ terminato intonando una versione moderna di “Bella Ciao”. Ma che “c’azzecca”? Chi sarebbe “l’invasore”? Un sindacato che pensa ancora di vivere fra i partigiani, che preferisce la protesta alla solidarietà, è uno dei pezzi dell’Italia peggiore che dobbiamo lasciarci alle spalle.
Ma il bello e’ che i cittadini dicono di volere le riforme. Il governo ci prova, ma poi i cittadini protestano. Allora il governo fa marcia indietro, ma il popolo insiste nel chiedere di nuovo le riforme. Il governo le promette, ma si guarda bene dal realizzarle, ragione per la quale, il popolo protesta. E’ il cane che si morde la coda. La manovra? Tagliare sì, ma ad altri. Togliere qualche vantaggio sì, ma ad altri. Riformare le pensioni sì, ma senza cambiare nulla. Aumentare le entrate sì, ma senza aumentare le tasse. Con la sceneggiata della manovra finanziaria si e’ avuta la riprova che il Primo Ministro conta come il due di coppe quando a comandare e’ un’altra carta. E’ una situazione paradossale che dispiace alla stessa maggioranza. E’ evidente a tutti che il Pdl ha dimostrato di non appiattirsi sul governo, ma di svolgere fino in fondo la sua funzione di partito politico di maggioranza, che non vuol dire servo dell’esecutivo che sostiene, ma vuole dare un contributo decisivo a superare il momento di grave difficoltà. Non deve sorprendere la crisi che attanaglia la coalizione governativa evidenziata dal pasticcio della manovra che pur e’ stata approvata ala Senato. La maggioranza, ed in particolare il Pdl, non e’ mai riuscita ad applicare il suo programma come la ricostruzione sociale nazionale, la modernizzazione delle istituzioni, il rinnovamento economico soprattutto per far fronte alla globalizzazione dei mercati.
Il centrodestra avrà un futuro se ritornerà allo spirito del 1994. Sin da quel tempo si doveva avere piu’ pragmatismo politico. Berlusconi, per non aver saputo imporsi su alcune riforme strutturali dello Stato, che pure aveva promesse andando al governo, rischia che la Storia gli imputi (ingiustamente) tutte le colpe dell’attuale situazione italiana. Del tracollo dell’Italia, sarebbe ricordato come il maggior responsabile, facendo finalmente felici le opposizioni. Berlusconi doveva avere più coraggio decisionale nel momento in cui si assumeva l’onere di guidare il cambiamento per raggiungere l’obiettivo. Non è andata così. L’occasione è stata sprecata e chi poteva dargli una mano ha pensato solo e soltanto di farsi i fatti propri.
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