Accertare il diritto alla cittadinanza italiana diventa un’impresa sempre più ardua per gli italo discendenti. La nuova Legge di Bilancio 2025, introdotta dal Governo italiano, propone un ulteriore ostacolo economico per chi richiede la cittadinanza italiana iure sanguinis.
L’articolo 106 della manovra stabilisce infatti un contributo di 600 euro per ogni discendente che richieda il riconoscimento del diritto alla cittadinanza italiana nei procedimenti giudiziari.
“Questa nuova tassa rappresenta una barriera economica ingiustificata, che limita l’accesso alla cittadinanza ai soli discendenti che possono permettersi di pagare – sottolineano gli avvocati e i giuristi delle associazioni Auci e Agis -. Questo contributo colpisce duramente chi vive in Paesi economicamente svantaggiati, come quelli del Sud America, rendendo impossibile l’accesso a un diritto fondamentale per molti”.
La norma crea una chiara disuguaglianza: mentre l’articolo 3 della Costituzione italiana tutela l’uguaglianza di tutti i cittadini, questa misura penalizza gli italo discendenti sulla base della loro capacità economica, violando un diritto garantito sia dalle leggi italiane che da quelle internazionali. Si crea così un pericoloso precedente.
Associazioni come AUCI e AGIS, che si occupano di tutelare i diritti degli italo discendenti, hanno iniziato a denunciare questo attacco sproporzionato incontrando parlamentari italiani per richiamare l’attenzione sulle gravi conseguenze di questa misura.
Il Sen. Mario Borghese del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE) ha raccolto queste istanze ed ha proposto un emendamento per bloccare questa tassa ad personam considerata discriminatoria ed incostituzionale.
L’introduzione di questo contributo unificato di 600 euro si inserisce in un contesto di discriminazione crescente e di campagne mediatiche diffamatorie contro gli italo discendenti, dipinti come “furbetti” alla ricerca di vantaggi connessi all’acquisizione di un passaporto europeo.
“È una lotta impari, una vera battaglia di Davide contro Golia” denunciano i rappresentanti delle associazioni. “L’ondata mediatica che ha preso di mira gli italo discendenti appare sospetta e opportunistica, scatenandosi proprio nelle ultime settimane, mentre fino a pochi mesi fa, nel pieno dell’Anno del Turismo delle Radici, si celebrava il valore economico e culturale delle comunità italiane nel mondo. Questo doppio standard, ossia considerare gli italo discendenti una risorsa economica, salvo accusarli di ‘opportunismo’ quando rivendicano un diritto acquisito per discendenza, mina gravemente la credibilità delle istituzioni”.
Anche l’amministrazione pubblica contribuisce a rendere più arduo il cammino verso la cittadinanza: si moltiplicano i ritardi e gli ostacoli burocratici, spesso in aperta violazione dei doveri di servizio pubblico. “Le istituzioni italiane hanno il dovere di garantire una società in cui i diritti non siano riservati solo ai più abbienti. Ci appelliamo al Governo affinché corregga questa misura, che così com’è, rappresenta una minaccia ai valori fondanti di giustizia e di uguaglianza”, concludono Auci e Agis.