Era un appuntamento attesissimo. In tantissimi ieri avevano gli occhi puntati al vertice PdL – Lega tenutosi nella residenza privata del premier ad Arcore. L’incontro non ha deluso le aspettative.
La sintesi del vertice e’ meno tasse e più riforme, cio’ che gli italiani volevano. "Restano vive le parti più innovative della manovra e si cancellano quelle più odiose", ha sottolineato a caldo Daniele Capezzone, portavoce del Popolo della Liberta’.
Eliminazione di tutte le province, dimezzamento dei parlamentari (due punti che potranno tuttavia essere portati avanti solo per via costituzionale, con i tempi che cio’ comporta), cancellato il contributo di solidarieta’ sui redditi alti (che pero’ pagheranno i parlamentari, e loro soltanto). I piccoli comuni sono stati salvati: a loro verra’ chiesto comunque di accorpare i servizi.
Punto importante: non verra’ aumentata l’Iva. Quella "boiata pazzesca" – cosi’ come l’abbiamo definita noi di ItaliaChiamaItalia nei giorni scorsi – non ci sara’. Sarebbe stata una mazzata per tutti i consumatori, e non solo per quelli più ricchi. Bene cosi’.
Dal vertice di maggioranza arriva anche un si’ agli interventi sulle pensioni: il calcolo sara’ basato solo sugli effettivi anni di lavoro, non verranno più considerati l’anno della Naia o quelli dell’universita’, che verranno scorporati mantenendo immutato l’attuale regime previdenziale. Gli anni in questione in ogni caso verranno computati per il calcolo della pensione.
Insomma, Berlusconi e Bossi, con i ministri Tremonti e Maroni, hanno lavorato a lungo per trovare l’accordo, per cercare di migliorare per quanto possibile il provvedimento varato dal Consiglio dei ministri. Gli emendamenti verranno presentati nei prossimi giorni e il confronto con l’opposizione in Parlamento sara’ aperto, ma è facile prevedere che sara’ anche molto aspro.
Chi ha partecipato ieri al vertice nel quartier generale berlusconiano, ha raccontato di uno scontro molto acceso fra il Cav e Tremonti, con il primo che voleva eliminare a tutti i costi il contributo di solidarieta’ e il secondo che ha imposto il suo veto per quanto riguarda la questione Iva. Su abolizione delle province e dimezzamento dei parlamentari il dubbio rimane: questa settimana un Cdm potrebbe legiferare in tal senso, ma non e’ ancora certo. Allo stesso tempo, il percorso di una riforma costituzionale – in particolar modo nella legislatura attuale, sempre in bilico – potrebbe presentare tempi lunghissimi.
Dall’opposizione sono arrivati i primi commenti nei momenti immediatamente successivi alla conclusione del vertice di Arcore. Pierluigi Bersani e’ confuso: "Non vedo come possano quadrare questi conti", confessa, e parla di "una soluzione debole", "di una squadra che non c’e’". Non e’ in effetti del tutto chiaro da dove arriveranno i soldi se e’ stato eliminato il contributo di solidarieta’, se l’Iva non e’ stata toccata (e meno male!) e se il contributo di solidarieta’ e’ stato sospeso. Nei prossimi giorni ci auguriamo di poterlo capire meglio.
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