Mario Monti illustra ufficialmente alla Camera dei Deputati i punti della manovra varata dal Consiglio dei ministri. Nell’Aula di Montecitorio ci sono anche Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, ma fra loro non c’è stato alcun contatto. Il Cavaliere è arrivato ad inizio di seduta ed ha preso posto sul suo seggio, fra il capogruppo PdL Fabrizio Cicchitto e il segretario del partito, Angelino Alfano. Il Senatur, arrivato in ritardo e andato via prima del tempo, si è invece "rifugiato" negli scranni più alti dell’emiciclo, come a sottolineare anche in questo modo la propria distanza dal governo Monti.
Gli interventi dei deputati, dopo l’esposizione di Monti, sono stati tutti all’insegna del fair play: PdL, Pd, Fli, Udc, sono di colpo diventati tutti "montiani". Solo il Carroccio, come promesso, porta avanti il suo ruolo di opposizione. Mentre il premier spiega la manovra, dai banchi della Lega arrivano critiche ad alta voce, ma subito da quelli del Pd arrivano grida e gesti di disapprovazione. Marco Reguzzoni, capogruppo leghista, dopo aver guardato verso destra e verso sinistra, accusa: "Siete tutti un’unica maggioranza!".
Casini, leader Udc, invita a "moderare i toni", perchè ci vuole quel clima di "responsabilità nazionale" se si vuole salvare l’Italia.
Silvio Berlusconi, ormai un "semplice" deputato, mentre Monti parla prende appunti, talvolta annuisce e in certe occasioni persino applaude: del resto, tante delle cose che dice il professore sono proprio le stesse che affermava il Cavaliere durante il suo governo.
La distanza fra Berlusconi e Bossi rimane: di solito, ogni lunedì i due si incontravano ad Arcore per fare il punto della situazione, in una sorte di vertice bilaterale. Oggi non è più così. Bossi il governo Monti non lo sostiene. Ed è molto critico verso la manovra: "Non serve a niente, è tutta da buttare", dichiara ai giornalisti lasciando Montecitorio. "Monti? Si e’ nominato eroe di salvezza di una guerra gia’ persa dall’Italia. La guerra e’ persa". Poche parole, dal leader della Lega, che però rendono bene l’idea di quanto il Carroccio sia distante dalle scelte di questo esecutivo.
BANCHI PDL SEMI VUOTI Se alla Camera ad ascoltare Monti ci sono tutti i leader di partito, i banchi del PdL sono semi vuoti. Non piace a gran parte Popolo della Libertà la manovra del professore, e nella base del partito c’è anche chi avverte: se votate la manovra, diciamo addio al PdL.
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