Umberto Bossi non smette mai di sorprendere. Quando si tratta di comunicare con il suo popolo, il leader leghista usa di solito poche parole ma buone. Anche se questa volta ci è andato giù pesante, soprattutto perchè di mezzo c’è andato un ministro del Governo. Bossi se l’è presa infatti con il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Ma andiamo per gradi.
Il Senatur è a Ponte di Legno per il comizio leghista di Ferragosto. Prova a spiegare la manovra a militanti e simpatizzanti della Lega. Sottolinea: meglio tagliare gli enti locali piutttosto che le pensioni. E poi "se non facevamo tagli questa volta l’Europa ci uccideva". E’ stata proprio la Lega "a salvare le pensioni", rivendica. E racconta: su questo tema "abbiamo litigato tutto il giorno", addirittura "per poco non siamo passati alle vie di fatto". Facendo poi riferimento ad una telefonata arrivata in Consiglio dei ministri al collega Brunetta da parte di Bankitalia: "A Brunetta ho detto ‘nano di Venezia, non rompere i coglioni’", e l’ho fatto stare tranquillo, dà a intendere l’Umberto padano.
Conversando con i giornalisti dopo il comizio, Bossi ha parlato anche del caso Scilipoti: un governo "si regge con i voti che può trovare", ha ammesso. Ed ogni voto è utile. E poi meglio uno come Scilipoti "che quella scienziata, la Montalcini", senatrice a vita che ha fatto spesso da stampella al governo Prodi nella scorsa legislatura. Certo, "Scilipoti non lo conosco", ma "visto che daà i voti al governo", sono sicuro che sia "una brava persona".
Assicura che la Lega non pensa di andare ad elezioni, ma pensa a governare fino al termine naturale della legislatura: "Non pensiamo alle elezioni. Se dicessi qualcosa parlerebbero tutti per quindici giorni di elezioni e spaventerebbero la gente. Noi andiamo alle elezioni quando gli alleati sono d’accordo".
A Ponte di Legno, quindi, un Bossi gasato e dai toni molto accesi. Un Bossi che si è battuto con forza contro l’assistenzialismo: "C’è gente anche nostra che ragiona come i terroni che pensano che lo Stato ‘mi deve dare’. Lo Stato non deve dare niente".
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