Francesco Boccia, economista e deputato del Pd, sulla bocciatura della manovra da parte dell’UE: “Vi sorprenderò: sono dalla parte dell’Italia. Sono disposto a difendere Conte e il governo Conte, nella speranza però che si facciano difendere. Penso che questa decisione della Commissione Ue sia sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo perché, prima di decidere, sarebbe stato più opportuno aspettare almeno il primo passaggio in uno dei due rami del Parlamento italiano. Sarebbe opportuno avere rispetto per il Parlamento”.
“A me non piace questa manovra nelle modalità di costruzione dei processi di spesa, ma non si può far partire una procedura d’infrazione sul debito senza che il Parlamento si sia ancora espresso, perché il Parlamento può ancora cambiarla e migliorarla. E’ segno di un pregiudizio di una Commissione Ue fallimentare. Io da giorni chiedo a Conte e ai leader di questa maggioranza di fare un patto politico anti-spread. Se quelle risorse che vengono fuori dal deficit al 2,4%, che io condivido, anziché essere distribuite a pioggia su delle misure che non daranno il ritorno atteso dal governo, fossero state concentrate su investimenti e la riduzione delle tasse sul lavoro, l’Italia si sarebbe compattata tutta”.
Sulla battuta di Salvini “Dopo la lettera di Bruxelles aspettiamo quella di Babbo Natale”. “Sbaglia Salvini a rispondere così – ha dichiarato Boccia -. Anziché fare queste battute che non sono nemmeno spiritose, avrebbero dovuto spiegare in maniera seria all’Europa che l’Italia è un Paese forte, in grado di compattare maggioranza e opposizione sugli interessi nazionali. Qui si incontrano due pregiudizi: il pregiudizio pessimo della Commissione Ue verso l’Italia e quello di Salvini verso l’Europa, così non si va lontano, ci si fa solo male”.
Sull’allarme spread Giorgetti ha detto: “Speriamo di vietare la vendita allo scoperto dei titoli”. “A Giorgetti direi: ben svegliato! Io da tre settimane chiedo che il governo faccia sentire la propria voce in Europa perché vietare le vendite allo scoperto in Italia va bene, ma è come fare il solletico a un elefante, perché le vendite allo scoperto vanno bloccate in Europa. Il governo silente su questo tema mi aveva sorpreso. Giorgetti è partito dall’Italia, ma il problema non ce l’abbiamo tanto sullo scambio dei titoli nel nostro Paese, ma su tutti colori che si stanno coprendo dal rischio di default sul nostro Paese”.