Ancora incertezza sulla manovra del governo e sulle misure da mettere in campo. Dopo il vertice di Arcore, sorprendentemente, la manovra e’ peggiorata: si, certo, niente tasse, niente aumento dell’Iva. Ma allora i soldi dove si trovano? I nodi principali da sciogliere sono fondamentalmente due: il buco del superprelievo, che nasce dalla volonta’ del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di rinunciare al "contributo di solidarieta’" sui redditi superiori ai 90mila euro. La scelta del premier ha infatti aperto una "falla" di circa 3,7 miliardi di euro nel triennio 2012 – 2014; i tagli agli enti locali: la Lega Nord, insieme a certi settori del PdL, insiste perche’ si riducano i tagli ai trasferimenti agli enti locali, che solo nel 2012 dovevano essere di circa sei miliardi. Le posizioni leghiste e di alcuni settori del PdL hanno cosi’ causato un altro dietrofront, per cui si rende necessario reperire nuove risorse. Dove pensa, il governo, di trovare i quattrini affinche’ i saldi della manovra restino invariati, e per mantenere l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013? Punta a fare di più contro l’evasione fiscale. Come? Prima di tutto accertamenti più frequenti e a più largo raggio, oltre che inasprimento delle sanzioni e delle pene (previsto anche il carcere per gli evasori più grandi), misure che secondo il governo dovrebbero indurre chi evade a chiedere il condono, e quindi a sborsare soldi subito. Si parla anche in queste ore di un possibile concordato con la Svizzera sui conti cifrati, ma questa soluzione per ora e’ complicata da portare avanti: inoltre il Tesoro vorrebbe che un eventuale accordo con la Svizzera avvenisse attraverso l’Europa, e non fra i singoli stati Ue. Fra le altre cose, si pensa anche a riorganizzare la giustizia per recuperare fondi: Nitto Palma ha presentato come Guardasigilli un emendamento teso proprio a riorganizzare gli uffici giudiziari; tuttavia, si tratta di un provvedimento "non ancora cifrato", come spiega il relatore dello stesso, e questo significa che non e’ ancora nota l’entita’ del risparmio che ne verrebbe fuori. L’opposizione intanto continua a parlare di un governo allo sbando, senza timone ne’ timoniere, di un esecutivo nel caos più totale. Bersani e Di Pietro in prima linea, insieme al vicepresidente Fli Italo Bocchino, insistono nel chiedere le dimissioni del premier perche’ "cosi’ non si puo’ andare avanti, all’estero ridono di noi".
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