Si parla tanto di manovra economica. L’errore di fondo di questi giorni è la discussione oziosa su chi è più ricco e chi è più povero, e francamente che si consideri povero uno che ha 90.000 euro l’anno, mi sembra un’offesa. Ma non è questo il punto… Noi non dobbiamo colpire i ricchi o peggio ancora livellare i redditi o, "peggissimo" (!), stabilire un tetto massimo di ricchezza politicamente corretta. Noi dobbiamo semplicemente, spietatamente, politicamente scorrettamente abolire i privilegi senza guardare in faccia a nessuno, che siano dei senatori, degli ambulanti, del falsi invalidi, dei falsi ex partigiani, dei falsi forestali, dei pensionati baby, delle donne.
Quindi via contributi ai giornali, ai registi da 4 soldi, agli studi sulle rane siciliane e sul finocchio selvatico in Tunisia, via i premi estivi al cinema ungherese. Via le province, via le auto blu, via le comunità montane. Via gli enti inutili e via l’ente più inutile di tutti, cioè quello per l’abolizione degli enti inutili. Via il Senato, via i ristoranti di lusso dentro le Camere, via la fondazione presieduta da Bertinotti che assiste economicamente gli ex depuatati. Via le pensioni di reversibilità, tranne pochi casi, via le pensioni maturate in aspettativa mentre si guadagnava un altro stipendio e si accumulava un’altra pensione. Le donne la smettano a vita di sbraitare la loro superiorità e si accontentino per il momento di accettare l’uguaglianza… in pensione insieme agli uomini.
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