Una Legge di Bilancio per il 2025 che sorprendentemente e ingiustificatamente si accanisce contro gli italiani residenti all’estero. Da una prima lettura della Manovra arrivata alla Camera dei Deputati risulta infatti che sono stati presi di mira da questo Governo con misure punitive i nostri pensionati e i nostri lavoratori emigrati.
Gli articoli 27 e 29 prevedono rispettivamente l’eliminazione della rivalutazione automatica per il 2025 delle pensioni dei residenti all’estero superiori al trattamento minimo (si presume anche con il cumulo della pensione estera) – e cioè dell’adeguamento degli importi pensionistici all’inflazione – e l’abrogazione definitiva delle disposizioni legislative in materia di trattamento di disoccupazione dei nostri lavoratori rimpatriati a partire dal 1° gennaio 2025.
In merito alla perequazione automatica negata ora ai nostri connazionali, va detto che la norma non solo presenta profili di illegittimità costituzionali anche per l’evidente introduzione di una disparità di trattamento con i pensionati residenti in Italia i quali invece beneficeranno degli aumenti (seppur modesti) ma si rivela ingiusta e immorale perché le pensioni non sono un regalo ma un salario differito ad ex lavoratori dipendenti ed autonomi che hanno versato i contributi per tanti anni e perché la perequazione è l’unico dispositivo che può salvaguardare, anche se solo in parte, il potere d’acquisto dei pensionati.
Per quanto riguarda invece l’improvvisa abrogazione del sussidio di disoccupazione previsto per i lavoratori rimpatriati dalla legge n. 402 del 1975 ricordiamo che questa legge, tra l’altro poco conosciuta, è l’unica legge italiana che prevede una qualche forma di assistenza per i nostri lavoratori che rientrano in Italia infatti in caso di disoccupazione derivante da licenziamento ovvero da mancato rinnovo del contratto di lavoro stagionale da parte del datore di lavoro all’estero, i lavoratori italiani rimpatriati, nonché i lavoratori frontalieri, hanno diritto al trattamento ordinario di disoccupazione per un periodo di 180 giorni.
Fare cassa sulle spalle, già deboli e discriminate, dei nostri connazionali pensionati e lavoratori residenti all’estero è ingiusto e immorale.
Inoltre, come se non bastasse, è stato introdotto dalla Legge di Bilancio un obbligo di contributo pari a 600 euro (praticamente una tassazione per le spese degli atti giudiziari) dovuto dalla parte ricorrente – spesso soggetti provenienti dai Paesi a valuta debole del Sudamerica – per scoraggiare le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana e in pratica disincentivare quindi anche le richieste di cittadinanza italiana iure sanguinis.
Ovviamente, considerata e verificata l’ostilità di questo Governo per i diritti e gli interessi degli italiani all’estero, nella Manovra 2025 non si ravvisano misure che possano andare incontro alle tante richieste dei nostri connazionali: riduzione dell’Imu e della Tari, eliminazione del Canone Rai, interventi sulle doppie tassazioni, miglioramenti dei trattamenti pensionistici, etc.
Infine non è azzardato sospettare che nell’ambito degli interventi mirati a ridurre le spese dei Ministeri ci possano essere ulteriori forti riduzioni delle spese nei vari capitoli del Ministero degli esteri per gli italiani nel mondo. Staremo a vedere e ci prepariamo a dare battaglia in Parlamento. Si profila quindi un dibattito acceso su questa iniqua Legge di Bilancio che ci vedrà impegnati per promuovere e ripristinare i diritti violati del mondo dell’emigrazione.