Nella manovra del governo c’è tanto per gli italiani nel mondo. La nostra analisi l’abbiamo già fatta, punto per punto, e l’abbiamo pubblicata nei giorni scorsi su queste stesse pagine. Possiamo dire che sia stato un Buon Natale per gli italiani all’estero, con gli auguri del governo Conte e del MAIE in particolare.
Già, perché il ruolo del Movimento Associativo Italiani all’Estero, in costante raccordo con Lega e 5stelle, è stato fondamentale per arrivare al risultato.
E’ anche per questo, evidentemente, che il Pd non si dà pace e che i suoi parlamentari eletti all’estero continuano ad aggrapparsi sugli specchi pur di non ammettere che il risultato c’è, è strutturale, non è una mancia elettorale come quelle che erano abituati a dare loro una tantum, e che già nel 2019 si inizieranno a vedere gli effetti benefici di questa manovra di governo, anche per quanto riguarda i nostri connazionali residenti oltre confine.
I dem si lamentano inoltre perché, dicono, “il governo ha detto solo no agli italiani nel mondo”. Non è vero. Il governo ha detto no ai loro emendamenti, dunque a quelli presentati dall’opposizione, come è nella normale dinamica parlamentare. O forse davvero speravano di vedere passare qualche loro proposta in questa legislatura che li vede relegati al ruolo di spettatori?
Non solo. Il Pd Estero rosica anche e soprattutto perché “quel partitino” chiamato MAIE, da loro sbeffeggiato con velenosa ironia più volte in passato, oggi è “nella stanza dei bottoni” ed è in grado di cambiare le cose a favore degli italiani nel mondo. Ma questa è la politica, bellezza.
In un recente comunicato congiunto, i parlamentari Pd eletti all’estero tra le altre cose dichiarano: “L’esultanza di una formazione sostanzialmente ininfluente negli equilibri di governo come il MAIE è semplicemente pittoresca, come la favola della mosca cocchiera”.
I fatti però li hanno già contraddetti. Dalle parti del Movimento Associativo replicano così: “Se questo è il livello, noi gettiamo la spugna. Davide ha battuto Golia e loro non se ne sono accorti”. “Noi pensiamo a lavorare per gli italiani nel mondo, ai compagni Pd – commentano ancora dalle parti del MAIE – non restano altro che i comunicati congiunti e gli sfoghi personali sui social network”. Beh, fosse davvero così è meglio che Garavini e soci si abituino in fretta al nuovo ruolo di opposizione, perché li attendono ancora quattro anni e mezzo di legislatura belli tosti.