Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, è stato protagonista assoluto a “La Telefonata”, trasmissione condotta su Canale5 da Maurizio Belpietro. Sul tavolo, ovviamente, l’emergenza maltempo dei giorni scorsi.
Secondo Bertolaso “è uno scandalo che la dichiarazione dello stato di emergenza per queste nevicate venga data una settimana dopo che in Italia ha iniziato a nevicare", è davvero qualcosa di “intollerabile e inaccettabile”. Bertolaso difende l’attuale capo della Protezione Civile: di sicuro, afferma, “non si può addebitare a Gabrielli quello che e’ accaduto a Roma o lontano da Roma. Si tratta di tutta una serie di situazioni che in altri tempi sarebbero state gestite rapidamente". Per esempio? “Gli enti locali pagano provvedimenti che sono stati fatti per far vedere che sono state date delle responsabilità, ma allo stesso tempo, non sono stati dati quattrini”. Non solo: “Gli italiani devono sapere che lo scorso anno si e’ deciso che ogni regione debba sostenere i costi delle emergenze verificate nel proprio territorio aumentando le accise su benzina e gasolio". Siamo alle solite, dunque: senza soldi, è difficile rispondere in tempo alle emergenze.
Ma nel caso che riguarda in particolare Roma Capitale, con chi sta Bertolaso? E’ dalla parte di Gabrielli o del sindaco Alemanno? "Io sto con tutti e due", dice, in maniera un po’ democristiana. Ma ci ha tenuto a precisare: “La mia non vuole essere una risposta ecumenica, diplomatica. Solo che mi rendo conto di quanto sia difficile e complicato gestire un fenomeno così complesso, che non si registrava in Italia da 100 anni, e quanto sia critico il lavoro di un sindaco soprattutto in un contesto come questo”.
E comunque l’emergenza non finisce insieme alle nevicate: nei prossimi giorni, avverte Bertolaso, si dovrà prestare molta attenzione alla neve che si scioglie: "Facciamo attenzione a quello che accadrà fra una settimana o tra un mese. Quando la neve si scioglierà. Occhio ai fiumi, soprattutto sull’Appennino toscano e in Umbria, perché si gonfieranno".
Bertolaso critica chi, durante il governo Berlusconi, ha “ucciso” la Protezione Civile: “E’ stata consumata, ne sono certo e ho le prove, sono pronto a dimostrarlo con i fatti, una vendetta da chi aveva le chiavi della cassaforte di questo Paese nel precedente Governo, nei confronti della Protezione civile e di chi la guidava”. Esplicito il riferimento all’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il quale “ha messo le manette alla Protezione civile, impendendole di poter essere quello strumento che agisce immediatamente in emergenza, costringendo il capo della Protezione civile a chiedere prima il parere, il consenso e l’intesa al ministero dell’Economia e alla Corte dei Conti su quelle che erano le azioni, le operazioni che doveva andare a gestire immediatamente”.
“Non sono l’unico ad avercela con Tremonti, forse altri hanno maggiori ragioni di me. Non e’ una polemica personale. Oggi – conclude Bertolaso – abbiamo registrato delle vittime prima che il problema emergesse agli occhi dell’opinione pubblica".
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