“La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita sempre è sacra e inviolabile”. (Papa Francesco)
“È compito del medico prolungare la vita e non è suo compito prolungare l’atto della morte”. (Barone Thomas Jeeves Horder, medico inglese)
“Il primo requisito di un ospedale dovrebbe essere quello di non far del male ai propri pazienti”. (Florence Nightingale, infermiera inglese)
“Ognuno di noi ha paura della morte per una semplice ragione: non abbiamo ancora assaporato la vita. La persona che conosce la vita non ha mai paura della morte, anzi, la gradisce”. (Osho, maestro spirituale indiano)
FIDUCIA NEL GOVERNO
Ho fiducia che il governo, che annuncia (lodevolmente) provvedimenti contro le disuguaglianze, prenderà a breve iniziative sulla malasanità. Una gentile lettrice mi ha inviato una lunga lettera per descrivermi un suo doloroso caso personale e mi ha chiesto le mie opinioni sulle condizioni di ospedali e cliniche.
LE SOFFERENZE DEI MALATI
Eccomi pronto: certe cose, per conoscerle, bisogna vederle da vicino. Da alcuni mesi mi batto contro un male relativamente importante: il mio disagio non è certo la paura della morte – un appuntamento prima o poi inevitabile – bensì lo spettacolo, insopportabile, della sofferenza di malati mal assistiti, vessati da attese incivili, arroganze, maniere spicce e senza comprensione.
NEGLI OSPEDALI MEDICI BRAVISSIMI, PERÒ…
Le mie opinioni, in sintesi? I medici italiani sono mediamente bravissimi, anzi straordinari. La ricerca non è sufficiente. Le strutture di numerosi ospedali sono pessime, incivili: al Sud più che al Nord. Il denaro è scarso, e quel poco che c’è spesso è preso d’assalto, derubato, da criminali senza cuore. L’incompetenza è diffusa, il merito raramente riconosciuto.
E LE CLINICHE SONO TROPPO ESOSE
Quanto alle cliniche, rifugio alternativo, le pretese economiche possono essere affrontate solo da pazienti benestanti. A volte con speculazioni di pura, inaccettabile avidità commerciale. E senza offrire le garanzie – per la sicurezza e per interventi di emergenza – che possono dare gli ospedali. Anche se spesso, come vi dirò, negli ospedali ci sono condizioni ed episodi inquietanti, micidiali addirittura per la vita dei malati.
SI MUORE PER INFEZIONI CONTRATTE DURANTE LA DEGENZA
Proprio pochi giorni fa ho ricevuto da Alessandro Maola, sulla base di una ricerca dello studio legale di Gabriele Chiarini, un’informazione desolante: in Italia muoiono ogni anno 6000 pazienti per infezioni ospedaliere e almeno la metà dei decessi si potrebbe prevenire. Cioè: su 10 milioni di ricoverati ogni anno nei nostri ospedali, il 6% contrae un’infezione; e l’1% di questi 600.000 pazienti muore, quasi sempre per infezioni ai polmoni o a setticemie. Per dare l’idea: le vittime di incidenti stradali sono in numero inferiore. Ecco perché il governo avrà molto da fare e ho fiducia che lo faccia presto.