La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e di suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. E’ un atto dovuto che fa seguito alla decisione del Gip Luigi Barone, del 29 marzo scorso, di non accogliere l’archiviazione proposta dalla Procura e di disporre la loro l’imputazione coatta. Il fascicolo non e’ stato ancora assegnato, ne’ e’ stata fissata la data dell’udienza preliminare che slittera’ di alcune settimane perche’ il nuovo Gup dovra’ avere il tempo di studiare le migliaia di pagine degli atti confluiti nel fascicolo.
L’inchiesta e’ uno stralcio dell’operazione Iblis, il nome del Diavolo in arabo, scattata il 3 novembre del 2010 con decine di arresti tra esponenti di spicco della mafia di Catania, imprenditori e uomini politici. Tra gli indagati ci sono anche i vertici del Mpa: Raffaele e Angelo Lombardo. La loro posizione crea una diversificazione di vedute nella Procura tra chi vuole chiedere il rinvio a giudizio dei due fratelli e chi, invece, propende per lo stralcio del fascicolo. E’ questa linea che passa, forte della sentenza della Cassazione su Calogero Mannino. L’accusa e’ derubricata in reato elettorale e comincia un processo davanti al Tribunale monocratico. Allo stesso tempo la Procura chiede l’archiviazione del fascicolo per concorso esterno, ma il Gip Barone fissa un’udienza camerale e dispone l’imputazione coatta, spiegando in 60 pagine di motivazioni, che ci sono elementi di valutazione da affidare a un Gup per la richiesta di rinvio a giudizio.
In particolare, il Gip ritiene sia da escludere che per 10 anni Cosa nostra abbia investito su un partito, il Mpa, sul suo leader e su suo fratello, accettando, dopo ogni competizione, di ricevere nulla in cambio e continuando a stipulare ancora accordi nelle successive elezioni.
‘E’ tutto un castello di carte che non sara’ difficile far saltare e smontare’, commenta il governatore Raffaele Lombardo che annuncia querele per i pentiti che lo accusano. ‘Leggere come fossero Vangelo – aggiunge – le falsita’, le porcherie e le calunnie di questa gente che vale molto meno che niente, fa veramente riflettere. Non credo che per governare il cosiddetto potere in questa Regione si debbano pagare prezzi cosi’ alti’. ‘Io sono tranquillo e sereno – osserva Lombardo – perche’, per iniziativa di una magistratura onesta e competente smonteremo, con il nostro aiuto, che io conto di dare a tempo pieno, questo castello di fesserie’.
Per il portavoce dell’Idv e candidato a sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, la richiesta della Procura di Catania ‘e’ la conferma delle indicazioni del gip, non c’e’ piu’ nulla da commentare’.
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