Fabrizio Cicchitto, capogruppo PdL alla Camera, ricordando Giovanni Falcone in Aula a Montecitorio, ha detto: "Falcone merita da parte della Camera una commemorazione senza ipocrisia e fatta con grande sincerità: le ragioni per cui la mafia il 23 maggio del 1992 operò un salto di qualità derivano dal fatto che Falcone rappresentò un punto di svolta sia rispetto all’azione precedente della magistratura sia rispetto all’azione delle forze politiche. Rappresentò una svolta nella lotta alla mafia e la mafia capì benissimo il rischio che rappresentava Falcone e lo stroncò".
"Non possiamo non fare i conti con il fatto che Falcone andò incontro a una contestazione fatta in modo esplicito e subdolo da settori della magistratura e da forze politiche che avevano un atteggiamento di connivenza e convivenza con la mafia e andò incontro alla contestazione radicale fatta dalle forze di sinistra che non accettavano la sua autonomia". Cicchitto ha ricordato "quello che disse Leoluca Orlando contro di lui" e "quello che disse la Bocassini guardando in faccia alcuni magistrati del pool di Milano che avevano sviluppato un’azione contro Falcone".
"Dobbiamo ricordare l’una cosa e l’altra – ha concluso Cicchitto – se vogliamo fare i conti con quello che è stato. Falcone è stato una personalità al di sopra delle parti che nessuno può annettersi. Noi rivendichiamo quello che ha fatto Berlusconi contro la mafia".
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