"Alla Regione Lazio le dichiarazioni di Salvatore Buzzi ai magistrati hanno scatenato il panico. La reazione da panico dello staff di Zingaretti insinua il dubbio che le parole del Capo della 29 giugno abbiano colto nel segno. Eppure, avrebbero gioco facile a poter distinguere il vero dal falso, ma negare semplicemente tutto finisce per aggravare la posizione del Presidente". Cosi’ in un comunicato Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
"È puerile che Leodori sia stato costretto a sconvocare in piena notte le sedute del Consiglio con un messaggino telefonico. Dormite, la notte, invece di cercare vie di fuga, la via d’uscita e’ semplice, dire la verita’. Dite che la sinistra sosteneva la 29 Giugno e le coop, che godevano di una corsia preferenziale. Invece negano. Dovranno ammettere poi che i patti scellerati li avevano, ma sugli affari e non sulle regole della politica”.
“È penoso lo spettacolo di un centrosinistra zingarettiano che fugge nottetempo. Buzzi ha tentato persino di dar loro una mano parlando- ispirato- di un patto tra me e Zingaretti. Figuriamoci. È ovvio che Buzzi deve dare riscontro delle accuse verso Zingaretti come per numerosi esponenti della sinistra: il problema e’ quando compaiono soldi e assunzioni. È li’ che i magistrati intervengono per capire le motivazioni di appalti strani o di affidamenti diretti alle coop. La realta’ e’ che a sinistra si e’ aperta una faida vera e propria, perche’ Buzzi faceva parte del clan politicamente piu’ affine, quello di provenienza comunista. Scaricato, ora parla e viene giu’ mezzo mondo piu’ che il mondo di mezzo. La cosa piu’ giusta da fare, ora, e’ chiamare il popolo a scegliere da chi farsi governare. Alla regione come in Campidoglio: chi ha trescato con queste coop si tolga di mezzo", conclude Storace.
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