“Più facile sanzionare un proprio docente che litigare con una famiglia. Oggi il dirigente di una scuola, che basa la sua sopravvivenza anche sui contributi volontari dei genitori, preferisce andare contro un suo insegnante invece che litigare con una famiglia, perché sono le famiglie che foraggiano le attività didattiche”. Parla ai microfoni di Open Day, sulle frequenze di radio Cusano Campus, l’Avv. Dario Fina, legale della maestra catanese sospesa dall’insegnamento dopo essere stata accusata, tra le altre cose, di aver plagiato politicamente bambini di terza elementare leggendo loro brani dal “Diario di Anna Frank”.
“Il tutto ha inizio con una segnalazione, risalente ai primi giorni di febbraio, da parte della mamma di un alunno della mia assistita – ha spiegato l’avv. Fina -. La signora in questione si lamentava dell’atteggiamento fin troppo severo della maestra, sfociato in un presunto scappellotto al bimbo, oltre ad un possibile plagio politico per aver letto alcuni brani in classe tratti dal Diario di Anna Frank. Questa segnalazione faceva partire un provvedimento disciplinare dalla dirigente, allo scopo di sentire le parti in causa e ricostruire l’accaduto. Sentito il bambino, una sua compagna di banco e due colleghe maestre presenti all’accaduto e riportate a verbale tutte le dichiarazioni, emergeva come lo scappellotto non fosse mai stato dato”.
“Malgrado dalle dichiarazioni raccolte risultasse solo la severità della maestra nel redarguire il bimbo per un compito non svolto, la dirigente riteneva di dover proseguire nel procedimento avvisando la mia assistita che, di lì a poco, ha prodotto una corposa memoria difensiva nella quale respingeva e negava ogni addebito, sia riguardo lo scappellotto, sia per l’accusa di indottrinamento politico. A fronte di tutto ciò, la maestra veniva raggiunta dal provvedimento di sospensione per due giorni dall’insegnamento e dalla retribuzione. In buona sostanza, non è stata considerata credibile né la testimonianza della compagna di banco, né quella delle maestre presenti al fatto perché lo spirito di colleganza avrebbe potuto distorcere le loro dichiarazioni. La lettura del Diario di Anna Frank è stata ritenuta inopportuna per una platea di bambini di terza media. Oggi il dirigente di una scuola, che basa la sua sopravvivenza anche sui contributi volontari dei genitori, preferisce andare contro ad un suo insegnante invece che litigare con una famiglia, perché sono le famiglie che foraggiano le attività didattiche” ha concluso l’avv. Fina.