L’acronimo Brics è legato soprattutto alla geopolitica. Il raggruppamento dei paesi emergenti guidati da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ai quali recentemente si sono aggiunti Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran, rappresenta l’alternativa economica all’Occidente. Ma apprezza i prodotti della Sardegna.
Secondo quanto scrive il quotidiano economico Italia Oggi, il valore delle esportazioni sarde verso i Brics è di 435 milioni di euro.
Alle nuove potenze commerciali l’isola offre una molteplicità di prodotti, che incide sul valore aggiunto regionale per l’1,4%: dai derivati della lavorazione del greggio al know how tecnologico, sino ai prodotti della manifattura delle Pmi come alimentari, prodotti in legno e metallo, pelletteria, abbigliamento e tessile, mobili e ceramiche, ma anche semilavorati lapidei, prodotti chimici, macchinari e attrezzature.
I dati del 2018 sul gruppo originario dei Brics, secondo un dossier dell’ufficio studi di Confartigianato imprese Sardegna, presentavano 49 milioni di euro di merci vendute e l’ultimo posto occupato nella classifica nazionale, quando il totale dell’export italiano era oltre i 27 miliardi. Numeri che nel 2023 sono notevolmente aumentati.