Tarocchi da sei miliardi di euro. All’estero taroccano i prodotti tradizionali italiani. Vino, olio, formaggi, pasta, salumi. Il falso in cucina e in tavola. Povera Italia, i tarocchi le portano via oltre sei miliardi di euro. Una mazzata per l’economia dell’ex Belpaese. Il vino con le scritte Chianti e Chianti Classico è prodotto in California. Scadente assai è quello che arriva su certi mercati con i marchi Morellino di Scansano e Sacrantino. Accattivanti le etichette con il nome dell’azienda produttrice e le fascette di garanzia delle aziende bene in vista.
Il Tuscan Moon, spacciato per Sangiovese, di toscano non ha proprio niente, neanche una goccia di prodotto proveniente dalla Toscana. Prodotto nella Napa Valley, il californiano Forest Ville è l’imitazione (o parodia?) mal riuscita del Chianti presente sul mercato nordamericano.
Taroccata abbondantemente all’estero l’eccellenza italiana del buon mangiare e del buon bere. Le imitazioni non possono competere mai con l’originale, in ogni caso. Il Fennel Pollin Saleme e il Finocchiono sono in realtà il tarocco della Finocchiona, tipico salume toscano nella sua versione originale.
I tarocchi del vino italiano arrivano sui mercati con prezzi fino a 35 euro a bottiglia. Tutto normale per gli inconsapevoli consumatori che si imbattono nell’acquisto di uno dei prodotti di punta del made in Italia. Hanno scoperto la frode i consumatori più esperti, amanti del vero vino italiano: si sono accorti che qualcosa non andava. Immediata la segnalazione ai Carabinieri.
Le indagini della Procura di Siena sono durate tre mesi e, alla fine, 25 perquisizioni hanno portato alla scoperta di un centro di deposito e smistamento di vino falso e di pessima qualità. Acqua tinta, praticamente veleno. I Nas hanno proceduto al sequestro di 30mila bottiglie di vino tarocco, tra Siena, Arezzo, Genova, Grosseto, Perugia, Viterbo; sei le persone indagate per truffa e frode in commercio. Pari pari, il nuovo scandalo per il mondo del vino e dei vignaioli.
Il sistema perverso e truffaldino funzionava alla perfezione, bene oliato. L’organizzazione acquistava vino di pessima qualità che arrivava nei centri di stoccaggio, dove veniva imbottigliato. Le bottiglie venivano poi trasferite per l’etichettatura, rientravano al deposito e distribuite e commercializzate. La catena dell’imbroglio.
Tra gli indagati non ci sono al momento produttori di vino. Gli imprenditori sì, nomi presenti nel ramo dell’imbottigliamento e dell’etichettatura. Secondo voci dall’interno, l’inchiesta sarebbe alla fase embrionale. Il numero degli indagati è destinato a crescere nei prossimi giorni. Rientrano nella conta dei truffati anche l’azienda di Lajatico di Alberto Bocelli, fratello di Andrea, il famoso tenore, e i produttori del Consorzio del Brunello di Montalcino, intenzionato fermamente, a questo punto, a costituirsi parte civile.
Giuseppe Mantellassi, presidente del Consorzio del Morellino di Scansano, ha reagito con ironia molto toscana. “Se devo trovare un lato positivo in questa amara squallida vicenda posso dire che il nostro vino comincia ad avere riconoscibilità sul mercato”.
Invoca tolleranza zero il ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina, impegnato con forza nella difesa delle eccellenze alimentari italiane. Frodi come queste rappresentano un devastante danno di immagine ed economico per l’agricoltura d’Italia. Il vino rappresenta un settore in costante crescita, qualcosa come 10 miliardi annui di fatturato, a fronte del mercato del tarocco che ne fattura 6. Ma è il danno di immagine quello che preoccupa di più i produttori italiani di vino.
Luca Gardini, famoso sommelier, parla di disgusto in presenza di etichette fasulle, inventate di sana pianta, presenti all’estero sugli scaffali di enoteche e negozi. “Stiamo parlando di grandi vini da coccolare e proteggere. Il biglietto di visita dell’Italia nel mondo. Gusto, colore, aroma: sinonimo di freschezza e di giusta acidità, il Brunello è impossibile da imitare. Facciamo quadrato intorno a questo vino inconfondibile, come per il Chianti e il Barolo. Qui stiamo parlando di storia e tradizione nello stesso tempo. Facciamo squadra e difendiamo con energia le nostre eccellenze”.
Un tarocco di clamorose proporzione riguarda l’olio extravergine di oliva. Decine le imitazioni che sfruttano l’immagine di Firenze per richiamare la regione di provenienza, storico tradizionale frantoio d’Italia. Il prodotto in vendita è una miscela di olio prodotto in vari Paesi.
La falsa Finocchiona è prodotta negli Stati Uniti, una volgare imitazione del gustoso salame toscano. Immagini tipiche della Toscana usate come inganno per i formaggi taroccati, dal pecorino toscano al capra sardo. Viene usato anche il Tricolore, ripetuto più volte anche nel packaging.
La pasta italiana, falsa, conta molte copie sul mercato delle frodi. Il tarocco più singolare è chiamato Italiano, prodotto interamente in Egitto. Sì, in Egitto. Il massimo della frode.
Discussione su questo articolo