Continua a crescere oltre confine il fenomeno dell’italian sounding: prodotti dal nome pressoché italiano che però di italiano non hanno assolutamente nulla. E’ qualcosa di diverso dal falso made in Italy, che pure è un altro problema a cui l’Italia dovrebbe cercare soluzione.
Quando parliamo di italian sounding non ci riferiamo a prodotti falsificati o contraffatti, ma semplicemente a olio, vino, pasta, sughi, formaggi e salumi prodotti all’estero, con ingredienti e tecniche di produzione che non hanno nulla a che vedere con l’Italia, ma che vengono spacciati per italiani nei banchi dei supermercati e attraverso piccola e grande distribuzione.
Come Italia, non possiamo più restare a guardare. L’attuale governo sembra voler valorizzare come si deve le eccellenze italiane, nel settore dell’enogastronomia e non solo. Per farlo, bisogna andare oltre le buone intenzioni, portando avanti azioni concrete.
L’italian sounding va contrastato con politiche ad hoc e soprattutto con una corretta informazione nei confronti dei consumatori di tutto il mondo. La qualità del made in Italy del resto è indiscutibile e gli stranieri dovrebbero essere messi in condizione di saperlo, oltre ogni ragionevole dubbio. Devono capire che il cibo “fatto in Italia” è di gran lunga superiore a ciò che oltre confine viene spacciato per italiano ma non lo è.
Sono convinto, per esempio, che ridurre le tariffe doganali, potrebbe essere una misura molto utile al commercio degli autentici prodotti italiani. Così come sono certo che coinvolgere gli italiani all’estero in questa battaglia sarebbe una formula vincente: chi più dei nostri connazionali, infatti, conosce le differenze tra un vero Parmigiano Reggiano, per esempio, e un banalissimo Parmesan?
Le comunità italiane nel mondo possono rappresentare un’importantissima risorsa nella lotta all’italian sounding; le nostre istituzioni dovrebbero fare di tutto per coinvolgere i nostri fratelli italiani che vivono e lavorano oltre confine, perché sono proprio loro i migliori ambasciatori del made in Italy all’estero.
Come MAIE da sempre ci battiamo per la promozione dei prodotti italiani autentici: continueremo a farlo, attraverso azioni legislative e iniziative sul territorio, affinchè il vero made in Italy possa crescere ulteriormente a livello globale, a discapito di tutti quei prodotti che, in maniera oltremodo ingannevole, di italiano hanno soltanto il nome.
Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE