Secondo Fabio Porta, già deputato Pd, “il Ministro dell’Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio, in Brasile per rappresentare il governo italiano alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente della Repubblica, ha confermato l’ignoranza e il poco rispetto con cui la Lega di Salvini e i suoi alleati si rivolgono agli italiani nel mondo”.
Perchè Porta ce l’ha tanto con il ministro? Perché, spiega egli stesso, Centinaio “ha divulgato un ‘post’ con il quale ironizza e disprezza prodotti brasiliani, come ad esempio la mortadella “Ceratti”, vero e proprio simbolo della storica presenza italiana in Brasile”.
In realtà Centinaio non ironizza affatto. Semplicemente, come esponente delle istituzioni e titolare di un ministero molto legato all’eccellenza dell’enogastronomia italiana, posta sui social alcune foto di “prodotti brasiliani”, appunto, come sottolinea lo stesso Fabio Porta, e commenta: “Italian sounding in Brasile? No, grazie, noi vogliamo solo made in Italy”.
Che dice dunque di tanto osceno Centinaio? Prodotti come quelli citati dall’ex deputato Pd – che parla di marchi come Ceratti, Bauducco, Randon – possono anche essere ottimi, ma di certo non sono prodotti made in Italy. Sì, è vero, come dice Porta sono certamente “frutto di una gloriosa epopea della quale l’Italia dovrebbe andare fiera”, ma non sono made in Italy. Sono fatti dall’altra parte dell’oceano, spesso da italiani, ma non possono essere classificati come prodotti in Italia.
Il made in Italy, quello vero, è uno solo. Tutto il resto è contraffazione, in qualche modo, o – appunto – “italian sounding”, un fenomeno assolutamente da contrastare.
Può essere paragonato il prosciutto di Parma con un prodotto dal nome “presunto tipo Parma”? Non scherziamo.
Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, commenta: “Italian sounding e contraffazione arrecano un danno di oltre 90 miliardi di euro alla nostra economia”. E noi non ce lo possiamo permettere.
Dunque fa bene Porta a difendere con grinta i prodotti brasiliani fatti da famiglie italiane, così come Centinaio, da ministro dell’Agricoltura, fa bene a ricordare che il made in Italy è qualcosa di unico e a schierarsi contro l’italian sounding. Con tutto l’affetto e la stima per i nostri connazionali che hanno saputo riprodurre anche altre oceano, a modo loro, i sapori dell’alimentare italiano.