Marco Fedi, Pd, deputato eletto all’estero e residente in Australia, intervenuto al convegno “Una promozione diversa per un’Italia diversa”, organizzato – in collaborazione con Assocameraestero – dal Comitato per gli italiani nel mondo e per la promozione del Sistema Paese della Camera dei deputati, presieduto dall’On. Fabio Porta, ha sottolineato la necessità di “coinvolgere in modo più diffuso il Parlamento non solo sui molteplici aspetti dell’internazionalizzazione del nostro sistema economico", ma soprattutto "sul ruolo che le comunità italiane all’estero possono svolgere in questa direzione".
Secondo Fedi, l’apporto degli italiani nel mondo “o è evocato con ricorrente enfasi retorica senza concreti riferimenti operativi o è addirittura considerato con sufficienza. Mi sembra opportuno, dunque, prospettare la presentazione di un atto di indirizzo parlamentare che risponda al duplice obiettivo di aumentare il livello di consapevolezza della classe politica e di definire una prospettiva di lavoro nella quale precisare obiettivi ravvicinati e concreti".
Fedi pensa addirittura a “una legge quadro di riorganizzazione degli strumenti di promozione affinché possa essere meglio sostenuta questa fase di ricollocazione internazionale dell’Italia, ora che la crisi sembra allentare la sua morsa".
Per il deputato sarebbe utile “valutare quali misure normative e comunicazionali possano essere messe in campo per creare un filtro più stretto a beneficio delle nostre comunità, che sono uno dei più diretti bacini di consumo e un fattore di irradiazione dei prodotti di qualità. In questo sforzo un ruolo di rilievo devono avere le Camere di commercio, rinnovate e innovative, capaci di attingere anche alle nuove professionalità italiane nel mondo, espressioni attuali del grande patrimonio dell’emigrazione, e una rete diplomatica che sia in grado di trasformare l’azione internazionale del nostro Paese in opportunità di crescita economica. Necessario quindi collegare sempre di più gli aspetti dell’internazionalizzazione economica e commerciale con la ricerca scientifica e tecnologica e con la promozione linguistico-culturale. Il danno peggiore alla nostra economia deriva, oltre che dall’italian sounding o dal tentativo di copiarci, che deve comunque essere contrastato, dal non mettere a frutto questa presenza nel mondo, questa rete di sostegno che dialoga ogni giorno con i consumatori, che ogni giorno contribuisce a rafforzare l’Italia, che ogni giorno risponde alla domanda crescente di più Italia nel mondo e che, in alcuni momenti della nostra storia, è stata in grado di mantenere alto il nome dell’Italia”.
“Oggi – ha concluso Fedi – il rapporto sempre più forte deve essere con i consumatori all’estero, con chi sostiene e apprezza il made in Italy, con chi riesce a discernere tra ciò che ha un suono italiano e ciò che effettivamente racconta – in termini di ricerca stilistica, qualità di produzione, colori e sapori – la storia di un popolo e di un Paese".
Discussione su questo articolo